A Milano centinaia di studenti falsi bisognosi: percepivano borse di studio dai 1.100 ai 4.200 euro annui
Il caro-tasse è un problema che affilgge sempre più in nostri studenti universitari. Per aggirarlo almeno 500 studenti iscritti alle università milanesi (Statale, Iulm, Bicocca e Università dell’Insubria) presentavano alle segreterie degli atenei delle dichiarazioni dei redditi fasulle: in cambio ricevevano delle borse di studio annuali, variabili dai 1.100 ai 4.200 euro, oltre la possibilità di accedere gratuitamente alla mensa una volta al giorno.
A scoprire le false dichiarazioni, relative al periodo gennaio-settembre 2011 e per le quali ora i giovani dovranno rispondere penalmente, sono stati i tecnici del Cidis, il consorzio pubblico interuniversitario per la gestione degli interventi per il diritto allo studio universitario. Il certificato che attestava l’appartenenza (non veritiera) a famiglie bisognose è l’‘Indicatore di situazione economica equivalente università’: complessivamente gli studenti percepivano 400 mila euro di finanziamenti, che per forza di cose sono stati sottratti ad altri studenti rimasti indietro nelle graduatorie indebitamente. Studenti che se provenienti da un’altra città costringono i proprio familiari a sacrifici enormi: proprio in questi giorni il sito internet “Easystanza.it” (30.000 annunci al mese) ha fatto sapere che le città universitarie più care della Penisola, in fatto di alloggi, risultano Roma e Milano: per l’alloggio gli studenti spendono in media ben 450 euro al mese.
La vicenda degli studenti falsi bisognosi assume inoltre i connotati della stretta attualità poiché attraverso la Legge di Stabilità, in via di approvazione, il Governo (probabilmente come ultimo atto prima delle dimissioni del Premier Berlusconi) stanzierà altri 180 milioni di euro specificatamente per l’assegnazione delle borse di studio. La loro assegnazione, però, non avverrà solo in base alle capacità economiche in cui versano gli studenti e le loro famiglie: per accedere ai sovvenzionamenti sarà indispensabile aver conseguito la maturità con un buon voto, essere in regola con gli esami universitari con dei punteggi dignitosi.