Home Alunni A Milano la prima “aula da sogno” tutta da sentire

A Milano la prima “aula da sogno” tutta da sentire

CONDIVIDI

Rumore “no grazie”, nell’aula da sogno non può entrare. Almeno non in quella realizzata dall’Istituto Cavalieri di Milano con il supporto di Ecophon Saint-Gobain e Amplifon che, grazie ad un innovativo design acustico degli spazi e all’istallazione di alcuni materiali innovativi a soffitto e pareti, restituisce tutto il suo valore al primo vero, spesso bistrattato strumento didattico: la voce, ovvero i suoni, a vantaggio della chiarezza, della capacità di ascolto di tutti – studenti con deficit uditivi compresi – e della qualità dell’apprendimento.

Realizzato su iniziativa dell’insegnante di clarinetto Dino Rutolo, con l’impegno della Dirigente Scolastica Rita Patrizia Bramante, il sostegno del Consiglio d’Istituto, l’appoggio del Comune di Milano e il supporto di Amplifon, il progetto “L’aula da sogno” ha coinvolto nella sua fase pilota una normalissima classe, la 3^ E, di grandi dimensioni e all’ultimo piano dell’edificio principale dell’Istituto, con risultati sorprendenti, soprattutto a fronte del minimo investimento richiesto.

Il merito è sia degli speciali pannelli fonoassorbenti fatti arrivare da Ecophon Saint-Gobain direttamente dalla Svezia, a ricreare l’intero controsoffitto e una speciale parete quadrata blu “mangia-rumore”, di circa due metri e mezzo per lato sul fondo della classe, sia della progettazione dell’intervento di bonifica realizzato con la consulenza dei tecnici acustici Anna Marchesini e Cesare Trebeschi, già promotori sul territorio con l’Associazione Genitori dei Sordi Bresciani e con Ecophon del progetto De.C.I.So (Deaf Children: Improvement of classroom Sound quality).

Nell’Aula da sogno infatti è stato più che dimezzato il cosiddetto “tempo di riverberazione”, uno dei maggiori indiziati quando si parla di rumore in classe, essendo una variabile di riferimento per la valutazione della qualità di un ambiente sotto il profilo acustico. Prima dell’intervento il suo valore medio era attorno ai 2,2 secondi, vicino in sostanza a quello misurabile ad esempio in una chiesa di media dimensione e ben al di sopra del valore soglia previsto dalla legislazione italiana, fissato a 1,2 secondi da un’ormai datata circolare ministeriale del 1967. Oggi il valore medio è pari a 0,85 s, più allineato alle buone prassi internazionali che hanno già portato molti paesi europei a definire limiti più bassi, come la Norvegia (0,6 s) o la Francia (che considera valori addirittura pari a 0,4 s). L’aula bonificata, quindi, come la maggior parte in Italia, era “fuorilegge”, almeno secondo la norma vigente, mentre oggi può essere considerata un esempio nella lotta al rumore in classe, grazie ad un intervento accessibile a tutti gli istituti con investimenti sostenibili.

All’atto pratico, tempi di riverberazione alti in ambienti ridotti, oltre ad essere facilmente percepibili nell’esperienza comune, provocano la persistenza dei suoni che si accavallano tra loro, generando rumore e mascherando ad esempio le sillabe del parlato o del fraseggio musicale. Portano inoltre ad una crescita esponenziale dei livelli di pressione sonora a causa del cosiddetto “effetto Lombard”, per il quale un ambiente già rumoroso, tende ad esserlo sempre più per il naturale innalzamento del livello di voce. Proprio come nei locali pubblici.

Altri parametri importanti sono nettamente migliorati: chiarezza e definizione, ad esempio, che incidono sulla qualità del suono che arriva all’orecchio degli studenti, hanno avuto un netto incremento in ogni angolo della classe. La definizione ad esempio è passata da valori medi del 33% a valori più che raddoppiati del 71%, con picchi fino a 86%.

In virtù di tutte le migliorie apportate, nella 3^E il livello di pressione sonora misurato durante una normale lezione ha così perso diversi decibel, da un minimo di 8 dB(A) ad un massimo di 16 dB(A) a seconda del parametro considerato. In altre parole, il “volume” delle lezioni si è abbassato fino ad oltre un terzo del totale pre-bonifica (70.2 dB(A)), a vantaggio dell’attenzione, delle orecchie e delle corde vocali di tutti gli occupanti dell’aula.

Rumore, nemico di studenti e insegnanti

Non è solo questione di comfort, ma soprattutto di buona scuola. Rendimento e rumore sono infatti strettamente correlati, tanto più quando ci sono carenze uditive conclamate e permanenti, oppure nei casi sempre più diffusi di alunni non madrelingua. Quando il livello di rumore, anche a causa dei menzionati tempi di riverberazione, è pari a 60 dB(A), il tasso di errore è superiore al 15%, mentre se il livello è mantenuto al di sotto dei 55 dB(A), l’incidenza degli errori scende al 4,3%. Nelle classi italiane, di media, il valore è spesso superiore ai 70 dB(A). Più in generale, secondo uno studio di riferimento californiano, il miglioramento dell’ambiente sonoro può aumentare la performance intellettuale quando si svolgono compiti che richiedono concentrazione anche al di sopra del 50%.

Il rumore è anche nemico degli insegnanti, spesso costretti a sforzare la voce per farsi ascoltare: in Spagna, ad esempio, il mal di gola è la seconda causa di assenza dal lavoro dopo stress e demotivazione (Fonte: Comunidad de Madrid 2000), mentre da noi uno studio di qualche anno fa dimostrava come a più del 60% degli insegnanti pubblici e privati venissero diagnosticati danni alle corde vocali (Fonte: E. Perello, 1985). Dall’esperienza diretta di Ecophon, infine, e dal suo caso di studio internazionale “The Essex Study” del 2012, è emerso come il miglioramento dell’acustica in una classe possa portare una riduzione del 10% del battito cardiaco degli insegnanti, oltre che una caduta del rumore di fondo causato dagli studenti del 36% (venendo meno il già citato effetto Lombard).

Un sogno sempre più bello

Dopo la tecnologia e la lotta al rumore, il progetto “L’aula da sogno” dell’Istituto Cavalieri è destinato a crescere ancora. “Dapprima abbiamo deciso di aprire una finestra sul mondo in ogni aula, installando una LIM Lavagna Interattiva Multimediale”, spiega infatti la Dirigente scolastica Rita Bramante. “Centrato questo primo importante obiettivo, ora stiamo puntando sulla qualità dell’ambiente aula in termini di comfort acustico, qualità dell’aria e interior design, perché abbiamo a cuore la salute e il benessere a scuola di studenti e insegnanti. Se a scuola si sta bene, è più facile anche imparare a imparare.”