Alle sette del mattino, racconta il quotidiano The Indian Express dopo la storia è rimbalzata in prima pagina, 125 piccoli alunni che vivono nei 16 villaggi del distretto tribale di Chhota Udepur sono costretti a guadare il fiume, con l’aiuto di giare di plastica dove stipano libri e vestiti asciutti, nuotando per circa 600 metri in un tratto infestato dai coccodrilli, per raggiungere l’altra sponda. Poi da lì proseguono a piedi per cinque chilometri per arrivare finalmente nell’unico centro abitato della zona dove sorge la loro scuola.
E ogni pomeriggio, finite le lezioni, fanno il percorso al contrario, per tornare a casa.
Un genitore li accompagna nella traversata che dura circa 30 minuti e che adesso, con le piogge monsoniche, richiede buone capacità natatorie. “Qualche volta dei bambini sono stati trascinati via dalla forte corrente – racconta Nagin Baria, il padre di una bambina – ma per fortuna siamo sempre riusciti a recuperarli in tempo”. Schiere di genitori sulle sponde seguono ogni giorno con ansia l’attraversamento. Quell’area del fiume – come se non bastassero le insidie elle correnti – è anche popolata da coccodrilli, che rappresentano un pericolo costante. Da circa sette anni la gente del posto chiede la costruzione di un ponte per collegare i villaggi, ma nonostante le promesse e un progetto già approvato, non sono mai stati iniziati i lavori. Nel 2009, un responsabile locale ha anche rivolto un appello a Modi: che per oltre dieci anni ha governato il Gujarat, uno stato definito un ‘modello’ per lo sviluppo industriale, ma dove ci sono ancora vaste aree di povertà soprattutto nelle zone popolate da comunità tribali. (Ansa)
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