Secondo un precario di IRC in attesa di concorso, “come insegnanti di religione… siamo quelli più utili alla didattica e a tappare i buchi per la mancanza di insegnanti di sostegno. La maggioranza della scuole statali applicano regolarmente l’assunzione di insegnante di sostegno, anche se per un mese o due, i docenti di religione accolgono, nelle loro ore, gli allievi che non fanno religione. Poi in altre scuole statali accogliamo in classe gli studenti, che non si avvalgono della IRC, perché la scuola non assume gli insegnanti di sostegno e quindi fino al primo quadrimestre ci teniamo tutti gli allievi in aula”.
Ora, siccome gli studenti che non si avvalgono dell’IRC non sono in quanto tali disabili e dunque non necessitano affatto di specifico sostegno, e siccome sono invece gli unici ad avere il diritto di non subire insegnamenti “in conformità alla dottrina della Chiesa” in classe, voglio sperare che la lettera sia soltanto un pesce d’aprile di cattivo gusto.
Altrimenti suggerirei al collega di denunciare le gravi irregolarità di cui afferma di essere a conoscenza e di studiarsi bene almeno la relativa normativa in vista dell’agognato concorso, tanto i docenti di IRC hanno il privilegio di non dover dimostrare alcuna reale competenza didattica e disciplinare in tale sede, giacché è l’ordinario diocesano a dichiararli idonei.
Andrea Atzeni
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