Mentre si è in pieno dibattito sul come modificare il ruolo dell’insegnante di sostegno, arriva la notizia che sta per nascere una nuova scuola per ciechi. Vita.it dà notizia che la Fondazione Lucia Guderzo, un punto di riferimento a livello nazionale per le persone con disabilità motoria e della vista, si sta muovendo per raggiungere questo obiettivo.
«Non sarà una scuola speciale, ma specialistica», dicono i dirigenti della Fondazione. «Una scelta controcorrente, che nasce dalla presa d’atto di quali sono i risultati reali di trentacinque e più anni di inclusione scolastica: abbiamo bambini ciechi che arrivano alle superiori senza saper leggere e scrivere in braille».
LA TECNICA DELLA SCUOLA E’ SOGGETTO ACCREDITATO DAL MIUR PER LA FORMAZIONE DEL PERSONALE DELLA SCUOLA E ORGANIZZA CORSI IN CUI È POSSIBILE SPENDERE IL BONUS.
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A supportare la scelta della Fondazione, precisa Vita.it, c’è l’analisi durissima di Rosario Drago, già ispettore del Miur, che parla di un’«inclusione selvaggia di tutti i disabili», che mantiene un carattere di «improvvisazione volontaristica», con «difetti insuperabili», che genera nelle scuole una sorta di «caccia all’handicappato per interessi di organico».
Il «vogliamo abbandonare il politicamente corretto delle parole “inclusione/integrazione”» fa eco a quanto il sottosegretario Davide Faraone va ripetendo in queste settimane: «Abbiamo eliminato le classi speciali, lavoriamo per eliminare residui di ipocrisia».
«So che è difficile da comprendere, abbiamo avuto un dibattito acceso su questo anche all’interno del Consiglio della fondazione», sottolineano quelli della Fondazione. «È un percorso studiato per dare ai bambini ciechi – non ci rivolgiamo a bambini con pluridisabilità – quei saperi iniziali che servono per l’inclusione. Diciamocelo con franchezza, l’inclusione non si realizza perché è scritta in una legge ma perché ti vengono dati gli strumenti e le opportunità per costruire relazioni».
La scuola sarà a Padova, sarà di ispirazione montessoriana e aperta a bambini ciechi e normovedenti, ma non ad alunni con pluridisabilità (nelle scuole pubbliche italiane sono circa 2.500 gli alunni con minorazione visiva, la maggior parte con pluridisabilità).
Il Piano dell’Offerta Formativa è quasi pronto, la scuola potrebbe essere operativa già da settembre.
Tre i punti fondamentali: «lettoscrittura, mobilità e inglese. Dopo tre anni i bambini potrebbero rientrare nella scuola pubblica, senza alcun bisogno dell’insegnante di sostegno». Lettoscrittura significa padroneggiare il Braille e le tecnologie che consentono di leggerlo anche su un tablet, mobilità significa «imparare a muoversi nello spazio, oggi nelle scuole per una questione di respoonsabilità i bambini ciechi sono sempre accompagnati, è assurdo che un cieco nato negli anni ’70 sia in grado di muoversi ovunque e invece un bambino di oggi sia destinato ad essere sempre accompagnato per mano dalla mamma», esemplifica Cervellin.
«“Cosa” saremo non è ancora definito, dipende dalla risposta delle famiglie. La scuola paritaria prevede che ci siano almeno 8 alunni per classe, se avremo meno adesioni l’idea è quella di fare una sperimentazione a livello di “istruzione paterna”».
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