Un gruppo di studenti di estrema destra ha indetto nei giorni scorsi una manifestazione contro il cosiddetto registro “Alias” che si starebbe per adottare per la prima volta in Italia presso il liceo scientifico Alvise Cornaro di Padova.
Brandendo uno striscione, nel quale campeggiava: “Il genere non è un’opinione”, il movimento di estrema destra ha fatto pure sapere che questa sarebbe “Una misura surreale e legalmente discutibile. Stiamo evidentemente assistendo all’ennesima trovata ideologica di una sinistra progressista che intende imporre a chiunque la propria agenda politica utilizzando come copertura i diritti e singole situazioni di disagio”.
La protesta di questi giovani di destra riguarda l’adozione, da parte del Liceo padovano, che sembra essere uno dei primi su questa strada, del regolamento che prevede appunto una speciale tutela per le studentesse e gli studenti che stanno affrontando il cambio di sesso.
Tuttavia è bene precisare che già questa particolare condizione di ragazzi gender nelle scuole è stata altre volte sottolineata e portata a conoscenza dell’opinione pubblica e che ha pure un suo reale fondamento etico e dunque educativo nella lotta contro l’omofobia e la transfobia, comprese tutte le discriminazioni legate al genere e alla tendenza sessuale.
Si tratta dunque di studenti e studentesse che stanno affrontando la transizione nell’altro sesso e che portano un nome diverso da quello che appare nell’anagrafe e dunque nel registro della scuola.
Il regolamento, sostenuto dagli studenti dell’Udu e inserito lo scorso 31 maggio, prevede di identificare questi alunni e alunne sui registri con l’alias, ossia con il nome con cui si identificano in famiglia o con gli amici, al di là di quanto riportano i documenti di identità.
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