“Sono molto preoccupata per quello che sta accadendo alla Quadrifoglio. Far partire una scuola intera, con tre sezioni specifiche, con 65 bambini stranieri e uno solo italiano mi sembra una scelta educativa e didattica molto sbagliata. A questo punto, con un rapporto così sproporzionato, non si può più neanche parlare d’integrazione. Oppure si dovrebbe parlare solo d’integrazione al contrario. Ossia dei bambini italiani all’interno del gruppone degli stranieri”.
Non si tratta di razzismo, spiega la signora, o “d’intolleranza nei confronti di chi arriva da lontano. Il problema che pongo è solo di natura culturale e pedagogica in particolare. Con così tanti bambini che hanno una base culturale diversa dalla nostra e professano una religione diversa, durante l’anno scolastico è possibile organizzare nessun tipo di recita natalizia ispirata al nostro credo cattolico? No. Così non va bene. Non è per niente corretto e, secondo me, non ha nessun tipo di fondamento scientifico aver messo in piedi una scuola dove c’è un solo bambino italiano”.
Il sindaco, intervenendo, ha spiegato che “gli alunni italiani non possono essere penalizzati nell’apprendimento, tanto della lingua italiana quanto di altre discipline, dalla presenza massiccia di alunni stranieri”.
“Il responsabile dell’organizzazione delle classi della Scuola materna statale Quadrifoglio è il dirigente dell’Istituto comprensivo del quale la scuola fa parte, sotto la direzione dell’Ufficio scolastico territoriale. A pochi metri dalla Quadrifoglio c’è la Scuola materna comunale San Lorenzo da Brindisi, la quale presenta una percentuale di alunni stranieri pari a, circa, il 45%, 67 su 150 posti disponibili. La graduatoria degli iscritti è compilata, in questo caso, dal Comitato di gestione della scuola, sulla base di criteri definiti dal Settore dei Servizi scolastici del Comune, quali la residenza a Padova e la presenza, in un’altra classe del medesimo istituto, di fratelli o sorelle del bambino che aspiri a frequentarlo. Le sezioni vengono successivamente formate in base ad ulteriori criteri, che intendono creare equilibrio anche fra generi, età e nazionalità degli iscritti. Equilibrio che risulta garantito. Il Comune non ha voce in capitolo sulle scelte fatte dall’Ufficio scolastico territoriale e, quindi, su come vengono formate le classi nelle scuole statali”
Tuttavia la mamma della bambina, di fronte al polverone sollevato, si è affrettata a precisare: “Mia figlia è serena e tranquilla e frequenta volentieri la scuola. Credo che purtroppo tutta questa faccenda sia stata strumentalizzata, così come il messaggio che ho lanciato, che non era una denuncia ma una semplice segnalazione basata sui dati numerici”.. “Ribadisco che mia figlia sta bene lì, è tranquilla e non le farò mai cambiare scuola”.
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