Continua la straordinaria lotta di queste settimane che ha visto centinaia di migliaia di persone in piazza e il boicottaggio di massa degli insulsi quiz “Infalsi”, contro il disegno di legge governativo che ridisegna la scuola pubblica in senso aziendale e privatistico.
Il 4 giugno, decine di docenti e ATA hanno sfilato in bicicletta per le vie di Palermo per continuare a manifestare il proprio dissenso contro “La Cattiva Scuola” del governo Renzi.
La manifestazione, organizzata dai Cobas di Palermo, è partita da piazza Politeama e ha toccato sedi istituzionali e degli organi di informazione per ribadire che:
– “Vogliamo una scuola con finanziamenti statali e non una scuola che si regge con i contributi delle famiglie”.
– “Vogliamo una scuola in cui tutti i precari siano assunti”.
– “Vogliamo una scuola in cui la libertà di insegnamento sia garantita e non condizionata dai test – – Infalsi, che impoveriscono la didattica e pretendono di valutare docenti e studenti con i quiz a crocette”.
– “Vogliamo una scuola in cui si possa collaborare, lavorando collegialmente, senza gerarchie e competizioni”.
– “Vogliamo salari dignitosi per chi lavora scuola e non mance elargite dai presidi-faraoni ad amici/che e parenti”.
– “Vogliamo una scuola in cui siano garantiti i diritti di chi ci lavora e non si sia ricattati dai presidi-faraoni”.
– “Vogliamo una scuola in cui gli studenti non siano costretti a diventare “apprendisti obbligati”.
– “Vogliamo scuole sicure dove si possa studiare senza che ci crollino addosso”.
– “Vogliamo una scuola senza classi pollaio”.
Nonostante le consistenti manifestazioni di questo periodo, la Camera dei deputati ha approvato il disegno di legge. Era un risultato largamente scontato, vista la netta maggioranza a disposizione del PD. Però il passaggio al Senato sarà ben più complicato.
I Cobas non si fermano e, aspettando il blocco degli scrutini, continuano le mobilitazioni contro il disastroso progetto di ulteriore destrutturazione dell’istruzione pubblica dando appuntamento a coloro che vogliono far sentire a lor signori la voce di chi a cuore le sorti della scuola pubblica, democratica, laica, di massa.