Avevamo già parlato del caro viaggi d’istruzione e delle proteste di alunni e genitori in molte scuole italiane. Arriva da Palermo un’idea esportabile per risolvere il problema e dare la possibilità anche ai ragazzi le cui famiglie non possono permetterselo, di partecipare a un’esperienza importante e formativa come il viaggio d’istruzione.
Gli autori dell’iniziativa sono i ragazzi e le ragazze della Terza F dell’Istituto Comprensivo “Sperone-Pertini”, già noto alle cronache – non solo cittadine – per i tanti progetti di educazione alla legalità, ideati e condotti da docenti e alunni e sostenuti con fattivo entusiasmo dalla Dirigente scolastica, prof.ssa Antonella Di Bartolo, da anni a capo dell’Istituto che opera in uno dei quartieri più sensibili e complessi della città.
I ragazzi – ci dice la Preside Di Bartolo – vorrebbero tanto concludere la loro esperienza nella secondaria di primo grado andando a scoprire le bellezze di Roma, ma non tutte le loro famiglie hanno le risorse necessarie e allora… E allora ecco l’idea: autofinanziarsi con uno spettacolo teatrale.
Nasce così “Smanie”, messo in scena venerdì 1° marzo, in occasione della Giornata Internazionale contro tutte le forme di discriminazione.
Lo spettacolo è stato progettato e realizzato in collaborazione con l’Ecomuseo Mare memoria viva di Palermo e con la Bolton Hope Foundation, una Fondazione specializzata sui temi dell’educazione.
E’ la stessa Dirigente che ci spiega il senso del titolo dello spettacolo: la smania è quello stato di agitazione che trascina l’uomo lontano dalla ragione stessa, è il filo rosso che lega i tre momenti principali della rappresentazione teatrale o – meglio- della rappresentazione del reale: c’è chi ha la smania della guerra, chi la smania dell’apparire, chi quella della violenza contro tutto e tutti. La classe ha ripercorso questo tema aprendo pagine di storia fin troppo impolverate, chiedendo un prestito persino al grande Goldoni e alla sua commedia; con il corpo e la voce intende raccontare le violenze subite da donne e uomini di ogni genere e colore.
Un urlo collettivo contro la violenza, insomma, amplificato anche dalle mamme dei ragazzi della Terza F che hanno dato il loro contributo allo spettacolo, in particolar modo con una emozionante performance per stigmatizzare la violenza contro le donne.
Quello che mi è piaciuto di più – conclude la Preside Di Bartolo – è che tutti i ragazzi hanno svolto un ruolo, tutti hanno trovato il loro posto. Ciascuno di noi dovrebbe poter trovare il proprio posto nel mondo.
Ragazzi e ragazze che non si arrendono di fronte alle difficoltà, che trovano soluzioni intelligenti e coerenti con il loro percorso di studi, docenti che li supportano e dirigenti illuminati che non fanno mancare il loro sostegno: questa è la scuola che ci piace.
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