A pensar male, si fa peccato, ma…

Il Disegno di legge n°2994 (“La Buona Scuola”) solo oggi inizierà il suo cammino parlamentare. Sono passati più di venti giorni, da quando Renzi con il ministro Giannini (molto defilata) ha presentato la riforma scolastica con la solita minestra di parole e di luoghi comuni. I tempi sono molto stretti. Si rischia che i provvedimenti abbiano i loro effetti a partire dall’a.s. 2016-17.

Ovviamente in questa previsione includo anche la stabilizzazione dei 107.000 insegnanti. Perché tutto questo tempo perso? Qualcuno ha ipotizzato delle perplessità costituzionali da parte del Quirinale. Qualcun altro ha paventato qualche resistenza del Tesoro dovuta alla copertura economica dell’intero provvedimento. Entrambi i “sospetti” hanno un qualche fondamento.

Personalmente temo che questo ritardo sia stato studiato a tavolino per nascondere soprattutto la difficoltà del governo ad ammettere che non ci sono i soldi per attuare la riforma. In altri termini: “non c’è trippa per gatti” Mi riferisco soprattutto alla stabilizzazione dei precari. Se questa ipotesi (“a pensar male si fa mai peccato, ma quasi sempre si indovina”) sarà confermata dai fatti, allora l’apparente irrazionale ritardo troverebbe una sua sostanziale razionalità: attribuire unicamente al Parlamento la responsabilità della mancata stabilizzazione dei precari per l’anno scolastico 2015-16. Operazione relativamente semplice, considerando che più della metà degli italiani è disinformata, nel senso che non legge un libro o un giornale da anni. In questo modo tutta l’operazione verrebbe rimandata all’anno scolastico 2016-17, sperando che la ripresa economica annunciata da Draghi o da Visco dia benzina alla riforma. Diversamente “La Buona Scuola” sarà un bel testo da studiare per qualche esame universitario sulla storia della scuola. 

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