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A Philadelphia la crisi fa chiudere le scuole

La colpa come sempre è del “buco” e in modo particolare di quello del bilancio che improvvisamente si apre da qualche parte e come un maelstrom inghiotte tutto ciò che incontra; e così a Philadelphia, in Pennsylvania, una volta apertosi il famigerato buco (chissà perché) di bilancio si sono messi al lavoro per chiuderlo con misure di austerità che però ora rischiano di abbattersi proprio sull’apertura della scuola prevista per il prossimo 9 settembre e che riguarda 218 scuole pubbliche.
William Hite, il sovrintendente del distretto scolastico che copre Philadelphia, sarebbe infatti pronto a prolungare le vacanze estive dei 136 mila studenti della città, se il comune non trova i 50 milioni di dollari necessari a garantire il funzionamento minimo degli istituti.

I soldi, per il sovrintendente, servono a permettere che i ragazzi camminino per i corridoi delle scuole in tutta sicurezza, fanno la pausa pranzo o ricreazione, c’è almeno un adulto a tenerli d’occhio.
Ma non solo. Come riferisce Lettera 43, a giugno, il distretto scolastico di Philadelphia, l’ottavo più grande del Paese, ha licenziato quasi 4 mila dipendenti e ha cancellato una serie di attività extracurriculari in discipline come l’arte e la musica per cercare di far fronte a un deficit che si aggira sui 300 milioni di dollari.
I 50 milioni richiesti da Hite permetterebbero il reimpiego di soli 1.000 lavoratori e rappresentano quindi una toppa che, nelle parole dello stesso sovraintendente, assicurerebbe la sicurezza degli studenti ma non “l’istruzione che si meritano”.
La cifra complessiva di cui Hite ha fatto richiesta presso le autorità locali e statali, in cambio di concessioni sindacali e di una serie di immobili di proprietà del distretto scolastico, è di 180 milioni di dollari.

E se Philadelphia piange, Chicago non ride per causa sempre di un buco che qui ha raggiunto la profondità di 1.000 miliardi di dollari, per colmare il quale le scuole pubbliche si preparano a entrare in un’era di austerità dura e prolungata.
”La cosa che mi preoccupa di più in questa situazione è che aumenti il numero di ragazzi che abbandonano la scuola prima di finire”, hanno detto i dirigenti, “il che significa, tra le altre cose, maggior criminalità e genitori costretti a lasciare il proprio lavoro per stare dietro ai figli”.

Pasquale Almirante

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