A Pietrabruna, comune di quasi 500 anime in provincia di Imperia, la multiclasse della scuola primaria non si può formare. Ordinaria amministrazione, si direbbe, considerato che si tratta di un piccolo comune e che per formare una classe sono necessari almeno 8 bambini, numero che però non si raggiungerebbe nel piccolo centro abbarbicato fra le colline dell’imperiese.
Tuttavia quest’anno, si legge sulla stampa nazionale, ai 4 bimbi rimasti si sono aggiunti 3 figli di una famiglia ucraina, ospitata dal Comune e dunque con 7 alunni un piccolo strappo si poteva fare, consentendo così l’apertura della pluriclasse.
Senonché, le speranze legate ai 3 nuovi alunni sono andate deserte a causa del fatto che in questo modo la classe sarebbe formata da tre bambini ucraini, tre marocchini e un solo italiano, e dunque, secondo la preside dell’istituto comprensivo Riva Ligure-San Lorenzo al mare e secondo l’ufficio scolastico, i presupposti per una corretta integrazione non ci sarebbero e quindi niente autorizzazione. La classe non ci sarà e i bambini dovranno andare a scuola in un altro Comune, San Lorenzo al mare, a 10 km di distanza.
Per il sindaco Massimo Rosso sarebbe stata l’opportunità per riaprire la scuola e ha scritto al provveditorato “informandolo che avremmo avuto questi tre bambini, che arrivano da una zona di guerra. Ho anche fatto presente, che iscriverli a San
Lorenzo al mare, in una classe di venti alunni, avrebbe potuto comportare un ulteriore stress per chi ha già dovuto subire il trauma della guerra. Non ho mai ricevuto risposta scritta a questa lettera, ma in compenso la dirigente scolastica mi ha comunicato per telefono, che la scuola sarebbe rimasta chiusa, perché l’integrazione tra tre ragazzini del Maghreb, altrettanti bambini ucraini e un italiano era alquanto impossibile”.
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