Categorie: Esami di Stato

A Pistoia agli esami passano i furbi. Lo denunciano i ragazzi stessi

Da un lato attaccano, i neo diplomati di Pistoia, i loro compagni più furbi e dall’altro additano nella eccessiva larghezza di manica dei docenti risultati per nulla coerenti con la effettiva preparazione dei loro compagni. 
E queste lamentele dimostrano, come ogni docente sa perfettamente, che i giudici più severi sono proprio gli alunni che non si lasciano sfuggire nessuna sfumatura per colpire e valutare con metri e bilancini di estrema precisione.
Ma oltre alla scarsa attenzione e sorveglianza prestata dai docenti, denunciano in più la mancata considerazione dell’intero percorso scolastico che dovrebbe essere invece il metro più sicuro per l’attribuzione del voto. 
Insoddisfatti dunque e delusi, ma pure amareggiati per questi inattesi e immeritati premi a quegli studenti che durante l’anno hanno sempre copiato ed arrancato e di cui non si è tenuto in conto. 
Ma non si è tenuto conto nemmeno del percorso scolastico.
Infatti, aggiunge Skuola.net riportando le lagnanze di questi ormai diplomati di Pistoia, il voto d’esame dipende solo per il 25% dal credito accumulato durante gli anni scolastici e per il restante 75% esclusivamente dalle prove d’esame in cui, come sappiamo, giocano tanti fattori come l’emozione, l’insicurezza e anche, diciamolo, la furbizia. Infatti, non sono pochi i ragazzi che durante le prove d’esame usano qualche trucchetto per copiare riuscendo a raggiungere lo stesso punteggio di chi, invece, ha contato solo sulle proprie forze.
E non finisce solo qui la denuncia dei ragazzi di Pistoia.
Oltre alle scorrettezze dei loro compagni, deplorano anche che i prof non hanno tenuto conto delle loro emozioni, come afferma anche una studentessa: “Nessuno tiene conto della pressione cui viene sottoposto un ragazzo che vuol fare bene, e si finisce per avvantaggiare quelli che non hanno niente da perdere. Quindi in tanti, come me, sono rimasti delusi dall’esito finale”.
L’alto grado di insoddisfazione ha portato i ragazzi a commentare anche la distribuzione dei voti delle prove scritte. 
Infatti, secondo i neo diplomati pistoiesi, non è giusto che per una prova il cui massimo punteggio è 15, la sufficienza si raggiunga solo ottenendo minimo 10 punti. Inoltre, succede spesso che gli insegnanti diano una spintarella a quegli studenti che faticano a raggiungere la sufficienza, senza alzare, però, il voto del resto dei ragazzi.
Insomma, nelle scuole pistoiesi i diplomati hanno l’impressione che ai prof sia interessato di più promuovere tutti gli studenti anziché premiare il merito di chi, invece, ha faticato sui libri per ottenere dei risultati che non ha visto arrivare. 
Forse questi esami, più che far crescere i ragazzi, devono aver dato la sensazione amara che nella vita vincano i furbi e non i più preparati.
E se considerazioni simili partano dagli studenti, che il giorno dopo l’esame dovranno affrontare la vita oltre i banchi e oltre la tutela dei genitori, vuol dire che qualcosa bisogna farla, in un modo o nell’altro, a salvaguardia di quei principi di giustizia che sono anche alla base dell’insegnamento e dell’educazione fornita dalla scuola.

Pasquale Almirante

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