Arriva dall’Istituto Comprensivo di Santa Procula di Pomezia (Roma) una presa di posizione netta rispetto a una delle novità più importanti della legge 107, il comitato di valutazione.
Con una mozione tutto sommato stringata ed essenziale approvata senza neppure un voto contrario e una astensione, il collegio dei docenti ha deciso di non procedere alla designazione dei docenti nel comitato di valutazione. Stessa cosa è accaduta in consiglio di istituto dove neppure i genitori hanno mominato i propri rappresentanti.
Le motivazioni addotte sono quelle che si sono sentite in questi mesi (no alla discrezionalità del dirigente scolastico nella attribuzione del bonus premiale, rischio di porre limiti alla libertà di insegnamento e di attivare un modello organizzativbo gerarchico-piramidale in contrasto con la pratica cooperativa e collaborativa in atto da anni nelle scuole) ma, messe in fila una dopo l’altra, devono aver convinto i docenti della scuola di Pomezia che se si vuole davvero contrastare la legge 107 non c’è altra strada da percorrere.
Il caso di Pomezia non mancherà di avere ripercussioni importanti: cosa succederà quando il dirigente scolastico – conosciuta la designazione dell’esperto dell’USR – dovrà convocare il comitato per acquisire la proposta sui criteri per la distribuzione del bonus? Potrà un comitato formato da due soli componenti (dirigente + esperto) formulare una propria proposta? C’è chi (Cgil e Unicobas, per esempio) sostiene che il comitato è organo collegiale perfetto e quindi può deliberare solo se è al completo. L’Anp ritiene invece che in mancanza di una proposta dell’organo che deve esprimersi, il dirigente scolastico può comunque assumere le decisioni dovute per legge. Certamente la questione diventerà interessante e, forse grazie ai docenti di Pomezia, il Ministero sarà costretto a uscrire allo scoperto e a chiarire i termini del problema.
“Al Comprensivo di Santa Procula – commenta il segretario nazionale di Unicobas Stefano d’Errico – due RSU su tre appartengono al nostro sindacato e siamo riusciti a coinvolgere l’intera scuola e a fare sul serio”.
“E’ facile – ironizza d’Errico – essere ‘contrastivi’ con chiacchiere, lettere e petizioni, facendo miao miao su Facebook. Più difficile esserlo davvero, nella propria scuola, con i fatti! Noi ci stiamo provando”.