Se i fondi europei per i restauri del Grande progetto Pompei sono ancora in gran parte non spesi, tuttavia il volto della città antica è già completamente cambiato e tutta la direzione, con i tecnici e gli archeologi, con orgoglio ha presentato alla stampa la vastissima area di 50mila metri quadrati liberata da ponteggi, puntellamenti, vecchi residui di materiali inidonei che rendevano non percorribile le Regio V e IX.
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Tante nuove aperture per il pubblico: dal Piccolo Lupanare alla lussuosa e artistocratica casa di Obellio Firmo, in via di Nola, una delle più grandi e articolate della città, con il sontuoso atrio in cui troneggiava un’enorme cassaforte in ferro e bronzo.
Restauri completati e apertura definitiva anche per la casa del politico Marco Lucrezio Frontone, con i suoi ambienti riccamente affrescati . E non solo, perché un nuovo cantiere ha rivelato due distinti edifici, un panificio poi trasformato in tintoria, e una Domus abbandonata nel 62 d.C, in seguito al terremoto che precedette l’eruzione del 79, con preziosi pavimenti in mosaico.
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