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A Praga l’orologio per copiare. E il Ministro lo vuole bandire

A promuovere l’iniziativa, tra l’altro, sono due liceali di Praga, Jan Kolb a Daniel Votruba.
I due sono a tutti gli effetti i classici ragazzini terribili che, oltre a non avere buoni rapporti con il nozionismo, sono però in grado, grazie allo loro inventiva, di mettere sul mercato un affare milionario, conoscendo le intenzioni dei loro colleghi studenti, sempre a caccia di qualcosa che possa ammortizzare la fatica dello studio e consentendo di contro ottimi risultati a scuola.
E se gli affari sono affari, le agenzie dicono che le vendite del magico orologio vanno a gonfie vele che si gonfieranno ancora di più non appena sarà in vendita anche in Italia dove i nostri ragazzi, come è noto, le hanno inventate tutte. Tranne questa che dovrebbe essere, a detta delle agenzie, una straordinaria trovata, nella forma di un oggettino a forma di orologio, ma con il display leggermente più voluminoso del normale e con la particolarità di tornare a fare il suo mestiere di contare le ore dopo un semplice gesto.
Ed è proprio quel gesto impercettibile che svia i controlli dei docenti che, oltre a trasformarsi in poliziotti durate i compiti, devono pure insegnare e giudicare, predicare la buona condotta e dare l’esempio.

L’avventura imprenditoriale di Jan e Daniel è iniziata un po’ in sordina lo scorso autunno, con un passa parola fra compagni di classe. Poi la creazione del sito Hodinkydoskoly. cz (Orologi per la scuola), con un video nel quale una voce dal tono volutamente di sfida, spiega: “Ma davvero hai tempo da perdere con tutte quelle cose che ti fanno imparare a scuola? Te lo immagini quanto tempo risparmieresti con un orologio che ti dà una mano?”.

E l’orologio dà più di una mano, soprattutto ora che si avvicinano 
gli esami di stato. E infatti le vendite stanno raggiungendo livelli da boom, anche se l’unico problema per i due ideatori, nel mirino ormai degli insegnanti, è di non potersi servire del loro meraviglia perché sono controllati a vista e forse pure frugati, almeno dalle parti dei polsi e meno dalle vene .
In ogni caso, appena la notizia del marchingegno si è diffusa, insieme col suo uso truffaldino, l’allarme è tale fra gli insegnanti che le autorità scolastiche stanno monitorando la situazione con particolare attenzione.
E infatti nei giorni scorsi è stata diramata una circolare speciale con cui il ministero pensa di mettere ufficialmente al bando, così come capita per i tablet e i telefoni intelligenti, questa singolare ma avvincente invenzione che mette fra l’altro a dura prova l’abilità dei prof nello scovare i copioni-truffatori di cultura.
Basterebbe sequestrare allora tutti gli orologi da polso quando c’è da cimentarsi con lo scritto, dirà qualcuno. E invece sembra che non sia così, perché per i ragazzi, durante un esame scritto, è fondamentale sapere quanto tempo hanno ancora a disposizione per la loro impegnativa prova.
Altra baggianate, direbbe qualche altro: basta metterne uno grande grande in ogni aula dove si svolge l’esame e il tempo sarebbe altrettanto visibile.

Pasquale Almirante

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