Il ministro Giannini sostiene pubblicamente che i trasferimenti dei docenti siano stati un successo, a quanto pare sarebbero insoddisfatti solo in pochi, appena il 2%.
Chissà dove vive, in quale bolla dorata….Sarà stato un caso ma lunedì 5 settembre, giorno di apertura al pubblico dell’USR di Roma, in via Pianciani sembrava di essere tornati al ’68: polizia, carabinieri, telecamere, docenti appollaiati sulle scale ad ogni piano, un inferno.
Eravamo TUTTI insoddisfatti, altro che 2 per cento. A quanto pare la legge 107 andava rispettata a senso unico, solo dai poveri docenti sballottati negli ambiti più improbabili grazie ad un algoritmo di cui nessuno sa nulla. Nessuna trasparenza, nessun dato pubblicato on line. Nonostante sia iscritta al maggiore sindacato della scuola, sto facendo tutto da sola. Sulla mia scrivania giace una pila di richieste di accesso agli atti. Pochissimi i dirigenti che hanno rispettato la legge, pubblicando sul sito della scuola i nomi dei docenti assunti con la chiamata diretta e i loro CV. Quali sono stati i criteri seguiti? Mistero. Tutto secondo copione, neanche uno straccio di foglio affisso all’albo della scuola.
Provi a chiedere a segretarie e la replica è “non so nulla, non me ne sono occupata io, le faremo sapere”, ritenti con i vicepresidi “ah non so come aiutarla, io ero in ferie, se n’è occupata direttamente la dirigente”.
A tutt’oggi, ad anno scolastico iniziato, sono tantissime le scuole che non hanno reso noti nomi e criteri con cui tali docenti hanno vinto la lotteria della chiamata diretta. Di trasparenza in trasparenza, nel frattempo il sito Ufficio VI – Ambito Territoriale di Roma si guarda bene dal pubblicare i nomi e cognomi (e soprattutto i punteggi!) dei docenti assegnati d’ufficio, gli sfigati rimasti a terra dopo la chiamata diretta. Anche qui mistero assoluto, peggio della P2.
Riferiscono che le cattedre assegnate d’ufficio sono state date partendo dalla prima sede scelta e procedendo “circolarmente”. Nessuno ha voluto spiegarmi perchè io – nonostante una 104 – sia stata sbattuta fuori Roma e un collega con 23 punti in meno (!!!) sia finito nella scuola a 200 metri da casa mia. Si chiama circolarità. Chissà, forse l’algoritmo era stato disegnato in stile cubista.
Quanta amarezza. Un disgusto profondo. Quando entrerò in classe spiegherò ai miei alunni che le leggi in Italia non contano niente. I punteggi? Inutili? La cattedra nella scuola pubblica? Un gratta e vinci privato. Mi vergogno di essere una docente e di avere sprecato una vita per uno Stato che di trasparente ha ben poco.
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