I lettori ci scrivono

A proposito di Babbo Natale e stipendi da decurtare

Leggere nello stesso momento due lettere alla vostra redazione così diverse e così sentite mi ha praticamente costretta tornare allo schermo di un pc, nonostante mi fossi ripromessa durante queste vacanze di restarne accuratamente lontana.
Una è la lettera a Babbo Natale di D. Bassano; già dopo qualche rigo mi sono subito resa conto, dopo tanti anni trascorsi in ambiente scolastico, che forse Babbo Natale potrebbe davvero aiutarci visto che i tanti politici e ministri finora susseguitisi hanno fatto spudoratamente finta di mettere la scuola al “centro della nostra società”.
Riforma dei cicli, buone scuole, autonomia, alternanze, non hanno fatto altro che mascherare decisioni di governo che servivano a giustificare tagli e svilimento di ruoli e competenze, sono state introdotte continue distrazioni dalle attività didattiche, accorpamento di cattedre, di istituti scolastici differenti per risparmiare laddove da decenni non era mai stato speso nulla. E le cattedre a 18 ore di cui andava tanto fiera la ministra Moratti? Cosa ne pensano ora ragazzi e genitori quando non è possibile fare sorveglianza in caso di malattia? Oppure quando non è possibile mantenere la continuità didattica in verticale perché il conto delle 18 ore non può essere rispettato? Per non parlare della Gelmini che con i tagli previsti dalla sua pseudo-riforma è riuscita a raggiungere l’adesione allo sciopero del 30 ottobre 2008 dell’80% dei lavoratori della scuola. E non dimentichiamo l’onorevole Renzi che, sposato con un’insegnante, poteva essere l’unico ministro DAVVERO informato di come funziona la scuola dall’interno, e che invece si è invece dimostrato un emerito ipocrita riempiendosi la bocca di bonus. Anche lui ha raccolto un’adesione altissima, mi pare sempre intorno all’80%, allo sciopero del 5 maggio 2015.
Sorvoliamo sui successivi ministri ed eccoci alla cara ministra Azzolina, nella quale avevo riposto speranze e che finora mi ha abbondantemente delusa, così fissata che gli alunni rientrino a scuola ma così lontana e inconsapevole che attualmente le scuole non sono in grado di sostenere adeguatamente una didattica integrata perché manchevoli di tutto.
Questa è la prima volta che le scuole possono usufruire di finanziamenti per rinnovarsi ma per questo non dobbiamo ringraziare la ministra, che si trova lì esattamente come i suoi predecessori e avrebbe fatto quello che hanno fatto loro nelle stesse condizioni, cioè nulla. E’ stato il Covid19 che ha cambiato le nostre vite, la nostra didattica, i nostri rapporti e anche i nostri finanziamenti: in una situazione così drammatica in cui i morti aumentavano di giorno in giorno, al contrario la scuola finalmente ha ripreso a respirare.
Ma, attenzione! Come spendere questi finanziamenti? Su ristrutturazioni? Su Lim? Connessioni? Computer e videoproiettori? Tablet per il comodato degli alunni? Sulla sicurezza? Aeratori, sanificatori o termoscanner? Strumenti per i laboratori? C’è solo l’imbarazzo della scelta ma una cosa è certa: per qualunque di questi motivi si spenda la cifra resteranno tanti problemi irrisolti… e allora aspetteremo ancora e ancora e ancora.

Sono perfettamente d’accordo con il collega, Babbo Natale è la nostra ultima risorsa!!!

E arriviamo invece alla seconda lettera del sig. Fantino, che nel giorno di Natale ho avuto la sfortuna di leggere e che scrive questa accorata lettera anche in nome di tanti altri genitori dopo “incessanti consultazioni”. E mi sento di rispondere anche in nome di tanti docenti che in questi mesi hanno lavorato “incessantemente”, ricercando soluzioni a problemi mai posti, nonostante i precedenti contratti non concepissero in alcun modo la didattica a distanza e non obbligassero questi “sfaccendati” a collegarsi con le proprie classi rispettando il loro orario, per non far rimanere indietro i ragazzi ma anche e soprattutto per far sentire loro la vicinanza in un periodo così delicato. E il nostro lavoro di docenti è stato totalmente rivoluzionato, abbiamo sperimentato modalità mai realizzate prima, abbiamo registrato lezioni e realizzato videolezioni, corretto compiti per casa, abbiamo fatto chat whathsapp con alunni, genitori, meet, in orari impensabili, abbiamo “sognato” simulazioni da svolgere e progetti da realizzare.
E’ vero, siamo stati e siamo a casa ma cosa pensa che sia questo un valore aggiunto? Avrei preferito di gran lunga andare a scuola, far svolgere ai miei alunni il compito di matematica in classe, dando due versioni di compiti per classe anziché prepararne 10 versioni per evitare che copiassero, non riuscendo comunque ad evitare in questo modo che copiassero. Avrei voluto guardare in faccia i miei alunni, capire dai loro volti se qualcosa non va, guardarli ridere, piangere, sbagliare e imparare, e tornare puntualmente a casa piena di gesso dalla testa ai piedi.
Mi sembra che la scelta di chiudere le scuole non sia stata presa dalla classe docente e di certo se non rientreremo non sarà perché noi non abbiamo “voglia” di farlo. La voglia di tornare a svolgere il nostro lavoro a scuola è fortissima ma la presenza a scuola comporta gravi rischi per tutti, sia per chi la frequenta che per le altre persone che vivono a stretto contatto con loro, e di questo, il signore e tutti i genitori che rappresenta, sono ben consapevoli. A questo punto, il signore propone di decurtare lo stipendio a tutti quelli che esprimeranno contrarietà al ritorno a scuola, effettuando dei controlli tramite USP provinciali, come se esprimere la propria contrarietà ad una qualunque delle decisioni in materia scolastica autorizzi una multa pecuniaria, come se si fosse superato un limite di velocità o non si indossasse il casco sulla moto. Siamo al vaneggiamento più totale!!!! Ho già abbondantemente scritto in precedenza che molte decisioni “infelici” prese dal governo esulano da ciò che i docenti avrebbero voluto che si decidesse, ma come si fa a spiegare qualcosa a chi non vuol sentire? Il signore lascia intendere di essere un libero professionista, mi chiedo come si sentirebbe se qualcuno come me, “consultatosi anche con altri genitori”, volesse entrare nel merito del suo lavoro, dando per scontato cosa, come e perché svolge il suo lavoro in un modo piuttosto che in un altro, attenzione, non una persona competente nel suo campo ma qualcuno che si sente autorizzato a sputare sentenze su qualcosa che solo da lontano osserva e critica. Infatti, in materia di concorsi, ha anche previsto che i candidati sono stati bocciati, migliaia di precari “storici” che il signore ha la presunzione di conoscere personalmente e di sapere la motivazione per cui sono stati bocciati, cioè perché non erano competenti.

Infine, concludo anch’io questa lunghissima lettera rassicurando questo signore sul fatto che ormai a scuola si entra solo per concorso, e anche se negli anni scorsi è stato permesso l’accesso all’insegnamento tramite corsi riservati, i futuri docenti hanno dovuto frequentare corsi di didattica specifici, sostenere esami intermedi e finali, il tutto sempre per cercare di formare professori più competenti. Poi si è potuti accedere a graduatorie infinite in cui lavorare non era mai scontato. Se avessi la sua stessa presunzione, potrei infangare tutta la categoria di lavoratori autonomi cui il sig. Fantino dice di appartenere ma io sono una persona razionale e so che, quando si tratta di grandi numeri, non è mai un bene generalizzare. Appunto, tanti liberi professionisti stentano ad arrivare a fine mese (molti hanno potuto accedere ai ristori dello Stato, o no?), tante persone hanno sofferto e soffrono ancora, allora tuteliamo chi svolge il proprio lavoro con coscienza, non armiamoci in una guerra tra poveri che non giova a nessuno e lavoriamo per garantire che tutti possano fronteggiare per quanto possibile questa grave situazione mondiale nel modo migliore.

Valeria Cannia

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