Categorie: Personale

A proposito di presidi sceriffi: docente aderisce allo sciopero e la dirigente contesta l’assenza

Il fatto esilarante, ma allo stesso tempo molto preoccupante, è accaduto in una scuola della provincia di Monza e Brianza.

Un docente di scuola superiore ha aderito allo sciopero generale di tutto il personale della scuola di martedì 12 gennaio scorso indetto dal SAESE (Sindacato Autonomo Europeo Scuola ed Ecologia). Al suo rientro a scuola, l’ignaro insegnante si è visto recapitare una lapidaria contestazione d’addebito disciplinare per l’assenza dal servizio, ma non per il giorno 12 gennaio 2016, bensì per il giorno “12 marzo 2016” due mesi dopo.
Nella contestazione di cui riportiamo uno stralcio in foto, si legge: “in data 12 marzo 2016, la S.V. non si è presentata in servizio (sarebbe dovuta essere in istituto dalle ore 8.05 alle ore 11.00 come da orario definitivo). Consultati il registro elettronico e la documentazione agli atti, si è rilevato che la S.V. si è assentata senza alcuna giustificazione. La segreteria dell’istituto, in tale data, ha tentato di contattarla telefonicamente ma il telefono risultava irraggiungibile. La S.V. non ha dato alcuna comunicazione successiva relativa all’assenza dal posto di lavoro in tale circostanza”.

Passi la “data dell’assenza futura” contestata (12 marzo 2016), ma questa dirigente scolastica si è praticamente condannata per condotta antisindacale e non solo, con le sue stesse mani. Con quanto scritto sulla contestazione, infatti, rischia quantomeno una condanna del giudice del lavoro per violazione dell’art. 28 della Legge 300/1970 (condotta antisindacale) ma l’abuso potrebbe anche facilmente sconfinare nel campo penale con la violazione dell’art. 323 del codice penale (abuso d’ufficio o d’autorità).
Oltretutto, la preside in questione, evidentemente di memoria corta, una settimana prima ha pure emanato la circolare che informava il personale scolastico dello sciopero generale indetto per il 12 gennaio. Il docente, dal canto suo, è in una botte d’acciaio, perché non aveva nessun obbligo di comunicare l’assenza relativa allo sciopero.  Ma vi è di più in favore del lavoratore vessato: la preside in parola non ha espletato gli adempimenti previsti per i dirigenti scolastici in caso di sciopero del personale, e cioè non ha emanato la circolare “obbligatoria” con cui invita il personale scolastico a dare comunicazione “volontaria” di adesione allo sciopero.

La materia è disciplinata contrattualmente dall’art. 2 comma 3 dell’allegato al CCNL del 26/05/1999, sulla base di quanto disposto dalla legge 146/1990 (legge sull’esercizio del diritto di sciopero). Pertanto, al docente ingiustamente tacciato di presunte violazioni degli obblighi e doveri contrattuali, che probabilmente avrebbe anche voluto comunicare l’adesione volontaria allo sciopero, non è stata data neppure la possibilità di poterlo fare. 

Siamo proprio sicuri di voler aumentare i poteri di questi dirigenti scolastici attuando quanto previsto nella legge 107/2015? 

Sarebbe bene che si meditasse a lungo su questo punto, visto che purtroppo questi episodi ed altri abusi ancor più gravi, sono da sempre all’ordine del giorno nella scuola pubblica, anzi, tendono ad aumentare nel tempo, specialmente dopo l’approvazione della legge sulla cosiddetta “buona scuola”.  

Carmine Nicoletti

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