Gent.mi
On. Giorgia Meloni
Presidente del Consiglio dei Ministri
On. Giuseppe Valditara
Ministro dell’Istruzione e del Merito
Spett.li Onorevoli,
Ben consapevole che la questione che sto per porVi è già abbondantemente affrontata nelle deputate e ufficiali sedi, desidero che sentiate anche la voce di un semplice cittadino che vive questa situazione.
Ho quasi 35 anni e da alcuni anni insegno Religione Cattolica nelle Scuole Statali. Mi ritengo fortunato perché ho sempre un contratto ininterrotto dal 1° settembre al 31 agosto, ma il mio contratto risulta essere sempre a tempo determinato e ad incarico annuale. Questa situazione lavorativa che oscilla tra la precarietà e la pseudo-stabilità porta con sé tutte le problematiche che vivono contemporaneamente numerosissimi docenti con questo tipo di contratto.
La situazione più triste però sta nel fatto che per gli insegnanti di Religione Cattolica un concorso in merito non viene bandito dal lontano 2004 e tanti docenti come me vivono in costate situazione di precariato e di agitazione psicologica non potendosi permettere progetti a lungo termine o naturali ambizioni come quelle di acquistare una casa o metter su famiglia. Io stesso sono impedito nel poter acquistare una casa, nel poter metter su famiglia e nel poter tornare nella mia terra d’origine.
So che da diversi anni lavori a riguardo sono stati fatti fino al decreto legislativo del 2019 con le successive proroghe la cui ultima scade il prossimo 31 dicembre.
Durante i mesi estivi è stato trovato un accordo con le sigle sindacali per bandire un concorso straordinario e uno ordinario. Tuttavia ad oggi non c’è traccia di un bando e tra pochissimi giorni scadrà la copertura finanziaria con il pericolo di far morire tutto di nuovo per chissà quanti altri anni che si aggiungerebbero ai 19 già trascorsi dall’ultimo concorso.
Purtroppo noi docenti di religione viviamo anche l’anomalia di essere servi di due padroni dovendo essere fortemente dipendenti anche dalla gerarchia della Chiesa Cattolica. I vescovi italiani purtroppo non hanno alcun interesse a che noi siamo assunti dallo Stato a tempo indeterminato poiché per loro siamo solo un’appendice di una Chiesa ormai moribonda. Abbiamo il beneplacito ecclesiale solo perché possiamo entrare a gamba tesa in un mondo prettamente laico come la scuola, ma di fatto vescovi e presbiteri ci considerano alla stregua di catechisti volontari delle parrocchie ma privilegiati rispetto a quelli perché pagati.
Mai siamo considerati quello che realmente siamo: professionisti del nostro settore lavorativo e della nostra missione educativa e cristiana. Altresì i direttori degli Uffici Scolastici Diocesani, tanto laici quanto chierici, sono fortemente avversi ad un concorso perché con i contratti a tempo indeterminato non potrebbero più far pesare su di noi il terrorismo psicologico più o meno velato che si nasconde dietro la continua minaccia di licenziamento qualora qualsiasi motivo, anche di carattere personale, porti loro a prendere liberamente questa decisione.
Vivere questa situazione per noi non è facile e visto che nell’ambito della nostra comunità ecclesiale non si trova alcun riscontro, preferisco rivolgermi al Vostro Governo che in queste poche settimane ha già dimostrato di tenere davvero all’essenziale della vita degli italiani e non a fingere attenzione per lo più ad orpelli inutili.
Lancio a Voi questa supplica nella speranza di essere esaudito e di vedere la mia situazione e quella di tanti altri colleghi cambiare in meglio. Confido nel pieno accoglimento della mia richiesta e nella discrezione circa la presente onde evitare ritorsioni di cui sopra.
Lettera firmata
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