Dopo la Germania, anche l’Italia comincia ad ospitare la toilette per il “terzo sesso”: si parte con un caso isolato, che però potrebbe presto allargarsi. A dare l’assenso al bagno ‘gender free’ è Reggio Emilia, la stessa città italiana dove nel 2016 si è celebrata un’unione civile in Italia tra due uomini (lo scrittore Piergiorgio Paterlini e il giornalista Marco Sotgiu), ma anche il primo protocollo per contrastare le discriminazioni verso tutti gli orientamenti sessuali, a tutela dei diritti Lgbti.
Anche il Comune ha detto sì ai bagni ‘neutrali’ in municipio, all’aggiunta dell’identità di genere sui questionari grazie alla casella ‘altro’ oltre all’opzione maschio/femmina, all’adozione di un linguaggio inclusivo e alla possibilità per i lavoratori degli enti aderenti di utilizzare l’alias in caso di fase di transizione sessuale.
Il documento, di durata quinquennale, è stato sottoscritto l 19 aprile, dall’assessore regionale dell’Emilia-Romagna alle pari opportunità Emma Petitti, da diversi enti reggiani, istituzionali e non. A sottoscrivere l’intesa, srive l’Ansa, sono stati Comune, Provincia, Tribunale, Ausl, Istituti Penali, l’ateneo Unimore, l’ufficio scolastico territoriale, l’istituto scuole e nidi d’infanzia che comprende anche Reggio Children, Fondazione per lo Sport e Fondazione Mondinsieme.
Ognuno nella propria funzione si impegna a realizzare diversi punti. Il Comune, ad esempio, nei suoi locali predisporrà le toilette ‘gender free’ dando la possibilità anche ai dipendenti in transizione di accedere al bagno del proprio genere elettivo.
Il palazzo di giustizia comunicherà annualmente il numero di procedure in corso aventi come oggetto discriminazioni in ragione dell’orientamento sessuale o dell’identità di genere.
Ausl e università daranno la possibilità a dipendenti e studenti di avere sul cartellino di lavoro o sulla student card l’alias scelto per il cambio sesso.
Anche gli istituti scolastici, in base al protocollo sottoscritto dalle varie istituzioni, avranno un ruolo attivo, promuovendo incontri e corsi di formazione per docenti e genitori, al fine di sensibilizzare sulla teoria gender e come affrontarla in maniera educativa.
“Siamo grati alle istituzioni e gli enti che hanno capito l’importanza dell’inclusione concreta delle persone Lgbti, per inviare segnali positivi che incoraggino il coming out tra gli utenti e prima ancora tra i propri lavoratori e lavoratrici – ha detto Alberto Nicolini, presidente di Arcigay Gioconda – I diritti devono essere uguali per tutte le persone senza distinzione di orientamento sessuale. Dappertutto. Ecco perché con questa firma ci ricordiamo ancora una volta di quanto ci serva la legge regionale contro le discriminazioni Lgbti scandalosamente arenata per giochi ideologici fatti sulla nostra pelle”.
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