A Riposto (CT) 10 ore di lezione al giorno: 8,20- 18,20

LiveSicilia racconta lo strano caso dell’Istituto Tecnico nautico di Riposto, in provincia di Catania, dove la preside e il Consiglio di Istituto decidono di ridurre le ore settimanali di 2 ore e 20 minuti per venire incontro alle esigenze dei pendolari che sarebbero tanti. Sembra però che, su denuncia di qualcuno, il ministero sia intervenuto, inviando anche un ispettore, e imponendo il ripristino delle ore normali di lezione, compreso soprattutto il recupero delle ore perdute. E l’inghippo si sarebbe annidato proprio in tale ultima disposizione , perché il monte ore complessivo annuale non avrebbe raggiunto la quota stabilita per rendere valido l’anno scolastico.
“Così è nato l’incubo che stiamo vivendo adesso”,  dice  un giovane. “Ci è stato detto che avremmo dovuto recuperare i minuti persi ogni giorno, minuti che però si erano già trasformati in 100 ore”.
Ed ecco dunque la circolare della preside che delibera, lo scorso 20 maggio, con gli organi collegiali che “al fine di garantire il curricolo nazionale obbligatorio l’orario delle lezioni viene rimodulato nel seguente modo 8:20 – 18.20”.
Intervistata, la dirigente ha detto: “Gli studenti hanno sempre ragione. Le dieci ore ad esempio non sono obbligatorie per tutti gli studenti, ma soltanto per chi si è assentato spesso e volentieri durante l’anno, se mio figlio si è assentato per 1/4 totale delle lezioni, da mamma gli consiglio di andare a scuola fino alla decima ora senza crearne un caso, perché, e questo non l’ho deciso io ma il curricolo nazionale obbligatorio dell’orario delle lezioni, gli studenti che superano quella soglia di assenze rischiano la bocciatura”.

A cui risponde un alunno: “Preferisco rimanere anonimo per non avere problemi a scuola. Abitando in un altro Comune pur uscendo da scuola alle 18:20 il mio autobus passa alle 19:30, rientro quindi a casa alle 20. Tutto a mie spese, tra cibo e bus al giorno spendo oltre 10 euro”.
“Alcuni professori il pomeriggio ci fanno fare una passeggiata al porto che abbiamo di fronte scuola per farci rilassare perché la situazione dall’ottava ora in poi è insostenibile. L’ultima ora, quindi la decima, è la peggiore, siamo tutti in crisi, professori compresi”.

Ma la preside aggiunge ancora: “Un altro errore è stato fare di tutta un’erba un fascio, perché in realtà molti studenti hanno già “colmato” le ore perse non uscendo più quindi alle 18:20. A prescindere da ciò – continua – i pendolari usufruiscono di permessi speciali grazie ai quali possono andare via prima. E poi, diciamolo pure, anziché fare polemica i ragazzi potrebbero vivere le ore extra come la possibilità di recuperare sulle proprie lacune o prepararsi al meglio alla maturità nel caso dei giovani del quinto anno”.
E i professori, come l’hanno presa?
“I professori hanno dei turni, certamente più leggeri dei nostri, – aggiungono alcuni ragazzi – quindi molti continuano ad interrogare tutti i giorni come se nulla fosse, continuano ad assegnare valanghe di compiti non capendo il nostro disagio. Non abbiamo più tempo libero, ci alziamo alle 6, rientriamo alle 20 e dobbiamo studiare, abbiamo dovuto abbandonare le nostre passioni, lo sport, siamo costretti a prendere i libri di notte, insomma, mi dica lei se questa è vita”.

“Si tratta di una soluzione limitata nel tempo”, conclude tuttavia la preside.  “certamente se tornassi indietro non applicherei la riduzione delle ore e questo è il consiglio che do ai miei colleghi. Ma in fin dei conti anche una preside può sbagliare”.

Pasquale Almirante

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