A Roma cento istituti col preside reggente

“Un preside per due scuole. E’ la realtà di un centinaio di istituti di Roma e provincia, dove il preside è un ‘reggente’ che si deve dividere tra l’una e l’altra scuola e di cui invece è titolare. Il motivo? La mancanza di soldi”.

Lo riferisce la testata on line Radiocolonna.it. “Oltre a Roma provincia, ci sono altri 12 casi a Frosinone, 20 a Latina, 9 a Rieti e 5 a Viterbo. Ne consegue che, in alcuni casi, un preside sia costretto, soprattutto a Roma, a gestire anche un bacino di 1500 ragazzi, che vanno dai 6 ai 13 anni, in 10-12 plessi”.

“Molte volte poi, per garantire un minimo di funzionalità, il preside affida in modo informale la dirigenza della scuola affidatagli a un suo vice, ma è chiaro che poi per ogni decisione legalmente vincolante, per i consigli d’istituto serve la sua presenza. Insomma, già è difficile gestire una scuola, figuriamoci due”.

“Il ministero dell’Economia non fa più concorsi – dice al giornale on line il vicepresidente dell’ANP. E allora ecco che gli ufficio scolastici chiedono ai dirigenti di assumere la reggenza”.

Per Radiocolonna,”un preside guadagna circa 60 mila euro l’anno, per la reggenza ne prende 9 mila sempre annui. E’ chiaro che lo Stato grazie a questa situazione risparmia non poco. La soluzione, soprattutto in provincia, sarebbe accorpare gli istituiti più piccoli, sotto i 600 alunni, ma spesso gli enti locali fanno resistenza”.

 

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Radiocolonna ricorda poi che “a inizio settembre, la commissione scuola della Regione Lazio ha approvato la programmazione della rete scolastica. La Pisana ha deciso che “per acquisire o mantenere l’autonomia, le istituzioni scolastiche devono avere un numero di alunni – consolidato e stabile per almeno un quinquennio – compreso tra 600 e 1200 (con una media di 900). Deroghe sono previste per gli istituti delle Isole Pontine e dei comuni montani, oltre che per quelli che si trovano in territori particolarmente isolati e disagiati o che hanno subito eventi calamitosi a edifici, laboratori o altri beni strumentali”.

Pasquale Almirante

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