“Con la delibera approvata sull’istituzione del profilo professionale di ‘Insegnante della Religione Cattolica’, poniamo fine a una situazione di irregolarità che Roma Capitale si trascina da anni e che ha causato diversi contenziosi”. Lo dichiara l’assessora alla Persona Scuola e Comunità Solidale di Roma Capitale.
“Il ricorso sempre più frequente alla stipula di contratti a termine, con reiterazione degli stessi nei confronti dei lavori anche oltre i 36 mesi, che costituisce il limite di durata massima consentita dalle direttive europee in materia di rapporti di lavoro a tempo determinato, ha fatto insorgere un consistente contenzioso che ha visto soccombente l’Amministrazione Capitolina, da ultimo, innanzi alla Suprema Corte di Cassazione – Sezione Lavoro (Sentenze n. 201/2016 e n. 1006/2016). L’azione di risanamento che l’Amministrazione sta portando avanti passa anche attraverso il riordino di tutte quelle situazioni di illegalità che ormai da anni venivano perorate”.
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“La delibera approvata rende chiari i requisiti che gli insegnanti di religione cattolica devono avere, la responsabilità attribuita, che è di risultato e connessa all’apprendimento dei bambini ed alla qualità del servizio prestato e soprattutto chiarisce una volta e per tutte le modalità di affidamento degli incarichi. Inoltre, poiché requisito imprescindibile per l’accesso al profilo professionale di ‘Insegnante della Religione Cattolica’ è il riconoscimento, da parte della competente Autorità Ecclesiastica, dell’idoneità all’insegnamento della religione cattolica, la delibera stabilisce che l’eventuale revoca dell’idoneità costituisce causa di recesso dal contratto di lavoro”.
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