Oggi è accaduto alle mastre dei ‘nidi’ romani, ma in futuro potrebbe riguardare anche gli insegnanti della scuola statale che, con il rinnovo del contratto, il Governo vorrebbe tenere aperta più ore al giorno e molti più giorni l’anno? Stiamo parlando della decisione del Comune di Roma di obbligare le maestre di recarsi al lavoro anche in questi giorni di sospensione del servizio per via delle festività pasquali. E se i bimbi non ci sono non è un problema: le attività da attuare vengono decise dal dirigente organizzativo dei singoli municipi.
La norma è contenuta nel nuovo contratto decentrato, anche se più di qualcuno lo definisce unilaterale, entrato in vigore malgrado il referendum dei lavoratori lo avesse sonoramente bocciato. In pratica, se fino all’anno scorso le maestre nel periodo in cui le scuole sono chiuse dovevano rimanere a disposizione ma a casa, da quest’anno devono prendere servizio nei municipi e poi organizzare attività di autoformazione o parascolastiche da svolgersi nelle strutture che vengono aperte appositamente dal personale capitolino.
È facile immaginare con quale stato d’animo le maestre si siano recate nei municipi: in tante ancora non si spiegano il motivo per cui devono recarsi in strutture chiuse a non far nulla o peggio devono prendere le ferie Non a caso, in alcuni municipi è scoppiato il caos: nel IV, V e XIII, giovedì 2 aprile alcune educatrici degli asili nido hanno protestato ‘invadendo’ la sede del municipio stesso.
È una “situazione delirante”, ha commentato l’Usb. “Siamo di fronte all’ennesima prova dell’assoluta mancanza di rispetto di quest’amministrazione nei confronti della professionalità delle lavoratrici dei nidi e delle scuola dell’infanzia, che il 2, 3 e 7 aprile, sono costrette a consumare giorni di ferie o ad andare a timbrare e prestare servizio nei municipi o presso alcune strutture aperte ma senza sorveglianza”.
In effetti, l’attività educativa, come quella didattica, dovrebbe avere come elemento imprescindibile la presenza degli alunni. A livello nazionale, ma anche locale.
L’assessorato alla Scuola di Roma capitale, però, sottolineando che “i disagi ci sono stati solo in tre municipi”, si difende: “la motivazione della nuova norma sta nel fatto che nei giorni feriali, anche se le scuole sono chiuse, il personale ha il dovere di recarsi al lavoro o prendere le ferie”. E i disagi dipenderebbero solo “dalla mancanza di organizzazione nei tre casi specifici”.
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Dall’assessorato alla Scuola di Roma Capitale fanno sapere che “negli altri 12 municipi romani il dirigente organizzativo ha gestito il primo giorno di scuole chiuse senza alcun problema. Nella maggior parte dei casi, il personale è stato ‘invitato’ a spendere le ferie del 2014 in altri sono state aperte le scuole per ospitare le educatrici che hanno svolto riunioni organizzative o attività di formazione”.
Rimane da capire cosa accadrà nei mesi estivi: esaurite le ferie, non c’è il pericolo che le maestre debbano rientrare in servizio ad inizio agosto?
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