Non soltanto per gli studenti sarà il primo giorno di scuola dopo sei mesi dal 4 marzo 2020, giorno del lockdown, ma anche per i docenti già di ruolo e neo immessi in ruolo è stato il primo giorno di scuola. Sì proprio così, dopo i mesi più duri della pandemia.
E varcare di nuovo la soglia della scuola è stata per me un’emozione fortissima che ha prodotto sentimenti contrastanti di gioia e di commozione. Rivedere il dirigente scolastico, il DSGA, il personale ATA e i colleghi docenti in carne e ossa e non più attraverso lo schermo di un computer è stato veramente toccante.
Non potevamo abbracciarci, ma quei saluti gomito a gomito sono stati davvero momenti forti. La vera scuola, quale comunità educante è solo quella in presenza dove si avverte la vicinanza e l’affetto delle persone, quel contatto umano che non deve mai mancare.
Poi rivedere le aule, i corridoi della mia scuola, con i banchi e le sedie (non ancora tutti monoposto) è stata anch’essa un’emozione bella e coinvolgente.
Altra esperienza significativa sarà quando inizieranno le lezioni in presenza con gli alunni. Rivedere i loro volti, udire i loro incitamenti, ascoltare la loro voce dopo sei mesi sarà come rinascere a vita nuova, risorgere dal buio delle tenebre del lockdown, per risplendere nella luce della ripartenza, della ripresa o meglio ancora del sapore di ritorno alla normalità.
Ovviamente di una normalità tutta rinnovata in virtù delle disposizioni anti covid di distanziamento di un metro e di utilizzo delle mascherine e gel igienizzanti. Insomma un avvio di anno scolastico all’insegna delle fiducia, della speranza e del coraggio.
Oserei azzardatamente definire l’anno scolastico 2020/2021, l’anno “della“speranza e del coraggio” di andare avanti senza guardare mai indietro.
Mario Bocola
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