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A.S.L.: Tanti docenti la considerano un intralcio alla didattica

Nella scuola degli acronimi, attraverso la legge 107/2015, ne arriva un altro che sta creando varie problematiche. A.S.L. è il suo acronimo.

Si tratta di una nuova metodologia didattica che va sotto il nome di Alternanza Scuola Lavoro. L’introduzione dei percorsi di A.S.L. sono obbligatori e sono disposti dall’art.1 comma 33 della legge 107/2015, in cui si specifica che devono avere una durata complessiva, nel secondo biennio e nell’ultimo anno del percorso di studi, di almeno 400 ore e, nei licei, per una durata complessiva di almeno 200 ore nel triennio. Nel comma 35 della Buona Scuola è scritto che l’alternanza scuola-lavoro può essere svolta durante la sospensione delle attività didattiche secondo il programma formativo e le modalità di verifica ivi stabilite nonché con la modalità dell’impresa formativa simulata. Il percorso di alternanza scuola-lavoro si può realizzare anche all’estero.

Tuttavia questo percorso, che potrebbe essere svolto durante la sospensione delle attività didattiche, viene svolto, nella grande maggioranza dei casi, durante le attività didattiche e addirittura in sostituzione delle ore curricolari. In buona sostanza l’A.S.L. sottrae, all’apprendimento degli studenti, 16 giorni di attività didattica curricolare. In buona sostanza l’Alternanza Scuola Lavoro, soprattutto nelle scuole del sud, ma anche nei piccoli centri del nord Italia, è considerata, dai docenti, ma anche dagli studenti e genitori, una perdita di tempo e un intralcio allo svolgimento dei programmi. In poche parole questa nuova pratica didattica è stata percepita come 200/400 ore obbligatorie sottratte alla formazione culturale dei ragazzi.

Quali le soluzioni a quello che sembrerebbe essere un problema generalizzato, fatta l’eccezione di qualche buona pratica?

Siccome dai decreti delegati della legge 107/2015 si specifica che gli studenti per essere ammessi all’esame di Stato dovranno avere partecipato nel triennio dal terzo al quinto anno alle 200 (per i licei) o 400 ore (per gli istituti tecnici e professionali) di alternanza scuola lavoro (ASL), e che la tematica dell’alternanza scuola – lavoro sarà inserita, a partire dal 2018, all’interno del colloquio degli esami di Stato, è importante comprendere se nella realtà delle cose, i percorsi dell’Alternanza Scuola Lavoro stanno impedendo il regolare svolgimento delle attività didattiche curricolari, per il fatto che si tratta di un’attività che viene svolta al posto delle ore di lezione.

Lucio Ficara

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