A scuola anche durante le vacanze natalizie, aperture condizionate
Cade un altro tabù della scuola italiana: dopo i corsi in piena estate per recuperare i contenuti più ostici delle materie ‘congelate’, le commissioni di maturità miste e le vacanze pasquali personalizzate, quest’anno il mondo dell’istruzione pubblica si appresta a vivere l’apertura delle scuole primarie anche durante la sospensione delle attività scolastiche in occasione della pausa natalizia. Per il momento – come riportato il 22 novembre da un quotidiano nazionale – accade solo in sei istituti di Milano e provincia, ufficialmente per venire incontro alle famiglie in crisi. Ma poiché in poche ore la notizia è ‘rimbalzata’ su tutti i canali di comunicazione non è da escludere che nelle prossime settimane – su spinta delle famiglie – possa essere accolta da molti altre scuole sparse per il territorio nazionale.
Il programma prevede che le attività, di studio e ludiche, si svolgano dalle ore 8,30 alle 18: a coordinarle, dal 23 dicembre al 5 gennaio, esclusi i giorni di festa, saranno degli educatori definiti dagli organizzatori ‘esperti’. Al di là delle implicazioni sociologiche, su tutte la possibilità per le famiglie di lasciare i figli in un luogo formativo per una spesa che non dovrebbe superare i 20 euro al giorno ad alunno (se ci si porta il panino da casa anche la metà), l’iniziativa ha avuto il merito di raccogliere molti consensi.
Ad iniziare dalle associazioni dei genitori e degli studenti. “Da sempre siamo favorevoli a questo genere di iniziative – ha detto Davide Guarnieri, presidente nazionale dell’Age – visto che secondo noi la scuola dovrebbe essere fruibile 360 giorni l’anno. Perché il giudizio diventi totalmente positivo vi sono comunque alcune condizioni: la prima è che le famiglie vengano coinvolte, se non attivamente nel progetto, almeno nella programmazione che deve guardare alla qualità del servizio”. Il presidente dell’Age ritiene, infatti, che un’attività di questo genere non si possa improvvisare: “Ovviamente – sottolinea Guarnieri – devono essere garantite le condizioni di sicurezza. E date certezze sugli educatori, al pari di quelle che riguardano normalmente gli insegnanti. Allo stesso tempo, però, trattandosi di un periodo di vacanza è anche giusto che i ragazzi svolgano attività educative di tipo ludico”. Il rappresentante dell’Age pone quindi delle condizioni: “il servizio non può tradursi in ricreazione o babysitting. Serve infine che la scuola si interfacci con le altre istituzioni che già svolgono questo genere di iniziative, come gli oratori e le associazioni, per evitare che si entri in una logica di concorrenza piuttosto che di integrazione”. Dello stesso parere è Roberto Iovino, dell’Unione degli studenti: “come concetto di base più la scuola è aperte meglio è. Da anni chiediamo che ciò avvenga, ad iniziare dalla possibilità per noi studenti di svolgere i corsi di recupero all’interno degli istituti e non, come spesso accade, a nostre spese ed in altri luoghi. È giunto il momento che il Miur incentivi questo genere di iniziative”.
Possibilista si dice anche Domenico Pantaleo, segretario della Flc-Cgil, che sottolinea come il suo sindacati sia stato “sempre propenso ad aprire gli istituti alla cittadinanza ed al territorio in orari che vanno al di là delle attività canoniche: naturalmente – ha però aggiunto continua Pantaleo – ogni consiglio d’istituto dovrà formare una commissione incaricata di verificare la qualità delle attività: l’organo interno alla scuola dovrà valutare la preparazione degli educatori a cui verrà affidato il compito di formare gli alunni durante le sospensione delle attività didattiche”.
Quello dell’organo di garanzia in seno agli istituti è un punto su cui non prescinde nemmeno Francesco Scrima, segretario generale della Cisl Scuola, per il quale “sarebbe opportuno – sottolinea – che ogni consiglio d’istituto ponga della precise garanzie agli enti esterni incaricati di tenere gli alunni. La prima deriva dal fatto che la scuola non è un `parcheggio’, ma rimane sempre un’agenzia educativa e formativa. Questo non significa fare lezione anche nel periodo natalizio, ma avviare delle attività, sperimentali, che abbiano sempre una valenza utile alla sana crescita. La scuola – ha concluso il leader della Cisl Scuola – deve sempre rimanere un’agenzia educativa-formativa, anche durante le svolgimento delle attività extra-curricolari”.