Sta prendendo corpo l’ipotesi di tornare a scuola a settembre svolgendo didattica in presenza sdoppiando le classi, in modo così da rispettare le regole della “Fase 2”, quella della convivenza con il Coronavirus.
“Il distanziamento sociale a scuola è impossibile – avevamo detto Radio Cusano il 13 aprile -. Una possibilità potrebbe essere quella della frequenza alternata: si potrebbe sdoppiare la classe, con la scuola che però dovrebbe rivedere i piani didattici tradizionali, con due docenti che svolgono contemporaneamente lezioni alla stessa classe ma con discipline diverse: una al gruppo a e una al gruppo b”.
Anche questa possibilità sembra però di difficile esecuzione. Almeno, secondo Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi. Dopo avere detto che nelle scuole il distanziamento è “impossibile”, Giannelli sostiene che “bisogna capire se a settembre potremo tornare a scuola oppure no. Io voglio sperare di sì ma nell’ipotesi in cui si possa tornare non sono a favore di un rientro graduale: a scuola o si torna o no, la scuola non è come una fabbrica”.
“Gli operai possono lavorare con le mascherine – ha continuato il leader dell’Anp – i ragazzi non possono farlo. Le mascherine poi costano, chi paga? Se ci saranno le condizioni si torna tutti, altrimenti si continua con la didattica a distanza”.
Secondo Giannelli non è praticabile la lezione seguita in presenza da alcuni e a distanza da altri studenti. “Se bisogna raddoppiare il numero di ore bisogna raddoppiare il numero di docenti. Tutti poi prenderebbero sul serio solo la lezione solo in presenza. Infine, anche con metà degli alunni, si creano assembramenti: a scuola il distanziamento non si può tenere, è impossibile. Insomma, o la scuola si riapre in piena sicurezza o non si riapre”.
L’auspicio di Giannelli è che prima della fine dell’anno scolastico in corso si possa “tornare in classe anche solo per qualche giorno: avrebbe un valore simbolico, ma saranno i medici a dire cosa è meglio fare. Sulle valutazioni, il ministero dell’Istruzione ha già chiarito che si deve procedere, bisogna valutare a distanza, i docenti devono farlo”.
Il problema ora, in mancanza di indicazioni chiare, è però quello della possibile mancata valutazione oggettiva degli alunni, che potrebbe dare adito discriminazioni e a possibili ricorsi.
A proposito della cifra di tre miliardi, circolata in queste ore, che servirebbe per la scuola per riprendere le attività in presenza, i presidente dell’Anp sostiene che “tre miliardi servono per il rinnovo contrattuale degli stipendi del personale della scuola, su cui io concordo pienamente, ma finchè perdura l’emergenza, sarà difficile occuparsene”.
“Servono sicuramente investimenti per adeguare, oltre agli stipendi, le infrastrutture scolastiche e le connessioni alla rete: questo è il momento ideale per intervenire, ora che che non ci sono alunni”, ha concluso Giannelli.
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