Su L’Internazionale, il prof Tullio De Mauro, già ministro dell’istruzione e accademico dei Lincei, tiene una rubrica sulla scuola dove tratta gli argomenti più importanti accaduti nelle settimana. Oggi il prof si occupa della tragedia di Parigi e del ruolo che la scuola e l’istruzione possono avere.
“Insegnanti sotto esame: in Francia si discute nella stampa specializzata e nei blog di ciò che in classe si può dire e fare a proposito delle stragi del 13 novembre e della lotta al terrorismo. La Toile de l’éducation propone una selezione di testi. Tra tutti pare emergerne uno di un secolo fa, scelto e riproposto a Lilla il 14 novembre in un convegno dell’Aphg, l’associazione dei professori di storia e geografia. È un discorso rivolto nel 1904 da Jean Jaurès agli studenti del liceo in cui aveva insegnato prima di diventare deputato, leader dei socialisti francesi e ispiratore e teorico del pacifismo, l’ideale per cui fu assassinato nel 1914 all’alba della prima guerra mondiale da un protofascista.
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Diceva tra l’altro Jaurès: “L’umanità è maledetta se per dare prova di coraggio si condanna eternamente a uccidere. Il coraggio oggi non è far vagare sul mondo la terribile nube della guerra. E non è lasciare alla forza la soluzione di conflitti che la ragione può risolvere. Per voi il coraggio deve essere quello di ogni ora: è saper sopportare le prove fisiche e morali che la vita impone di continuo. Il coraggio è scegliere un mestiere, farlo bene, non disgustarsi per dettagli monotoni e fastidiosi. In qualunque mestiere bisogna esser sia pratici sia filosofi. Il coraggio è amare la vita e pensare con serenità alla morte. È camminare verso l’ideale comprendendo la realtà. Il coraggio è cercar la verità e dirla, non cedere alla menzogna, non associarsi alle urla dei fanatici”.