È lecito o non è lecito impedire di indossare il velo scuola? Sembra non esservi una risposta certa. Poche settimane fa, a metà maggio, la Corte europea per i diritti umani, la Cedu, con una sentenza specifica ha dichiarato inammissibile il ricorso di tre studentesse fiamminghe contro il divieto di indossare il velo in ambiente scolastico ritenendo che l’interdizione non viola il diritto a esprimere liberamene la loro religione.
Nelle scuole europee, però, il divieto continua ad essere attivo. E quando le famiglie fanno ricorso, i tribunali condannano le istituzioni scolastiche perché dovevano accogliere comunque le studentesse con il velo.
Così è andata anche nel liceo francese Victor Hugo di Marrakech, in Marocco, che è stato condannato dal Tribunale di prima istanza per aver impedito l’ingresso a scuola a una studentessa proprio perché indossava il velo.
Oltre a riammettere in classe l’allieva, il liceo dovrà anche pagare le spese legali e una penale di 500 dirham, circa 50 euro, per ogni giorno di ritardo nell’esecuzione della sentenza.
Il rifiuto all’ingresso a scuola della ragazza risale al 10 giugno scorso, quando la studentessa, ancora minorenne, si era presentata con il velo, ma il personale scolastico le aveva impedito di entrare.
L’avvocato della famiglia, scrive l’Ansa, ha immediatamente presentato una richiesta di provvedimenti cautelari contro i direttori della scuola per aver chiuso la porta dell’istituto con il pretesto che le leggi francesi vietano di indossare simboli religiosi ostentati nelle scuole.
Il processo per direttissima è iniziato il 20 giugno: la difesa dell’Agenzia per l’Istruzione Francese all’Estero ha respinto la denuncia basandosi su due argomenti e cioè il regolamento interno dell’istituto che vieta i simboli religiosi e un accordo di cooperazione e sviluppo culturale tra i governi marocchino e francese, firmato il 25 luglio 2003.
Però, il Tribunale, forte della Costituzione marocchina e alla relativa legislazione nazionale che vietano qualsiasi discriminazione sulla base della razza, della religione, del sesso, della lingua o altro, ha deciso che il provvedimento adottato dalla scuola era illegale.
Una sentenza simile era stata emessa quattro anni fa nel nord del Marocco, a Kenitra: il tribunale in quell’occasione aveva condannato una scuola privata francese per aver rifiutato l’ingresso a una studentessa con l’hijab.
Un mese fa, invece, la Cedu ha spiegato che “nella misura in cui il divieto ha lo scopo di proteggere gli alunni da qualsiasi forma di pressione sociale e di proselitismo, è importante garantire che la manifestazione da parte degli studenti della propria fede nei locali della scuola non assuma la natura di un atto ostentativo che possa costituire una fonte di pressione e di esclusione”.
Sempre nella sentenza, i giudici hanno sottolineato “che il divieto non si limitava al velo islamico ma si applicava indistintamente a qualsiasi simbolo visibile del proprio credo“.
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