Il messaggio che si cercherà di trasmettere è che il rischio obesità è determinato non solo da un eccesso di calorie introdotte rispetto a quelle consumate, ma soprattutto – nell’età giovanile – da stili di vita sedentari, da una mancanza di esercizio fisico, che invece è fondamentale per la salute. Secondo recenti dati del Ministero della Salute, il 22% dei bambini pratica sport per non più di un’ora a settimana, mentre circa la metà ha la Tv in camera, il 38% guarda la Tv o gioca con i videogiochi per 3 o più ore al giorno e solo un bambino su 4 si reca a scuola a piedi o in bicicletta. Il risultato è che il 25,6% dei maschi e il 12,3% nelle femmine di 15 anni è sovrappeso o obeso.
“La scarsa consapevolezza circa i gravi rischi per la salute che un’errata alimentazione comporta – ha commentato il ministro della Gioventù, Giorgia Meloni – rende indispensabile un impegno costante per modificare le abitudini alimentari. L’Italia è ai primi posti in Europa per il numero di bambini in sovrappeso, mentre l’obesità colpisce addirittura un bimbo su quattro; per non parlare dei rischi derivati dal ricorso a diete drastiche e fai da te che possono indurre malattie quali anoressia e bulimia. Eppure secondo l’Oms, basterebbe un uso migliore delle già esistenti misure di prevenzione per ridurre del 70% l’impatto globale delle malattie; sappiamo bene quante di queste hanno come origine un errato rapporto con il cibo”.
Il progetto si struttura in due fasi parallele. Una prima fase pedagogica prevede una lezione al mese rivolta ai docenti, agli alunni e ai genitori e tenuta da un nutrizionista, coadiuvato da uno psicologo per quanto concerne gli aspetti psicologici legati all’alimentazione. Durante questo periodo all’interno delle scuole verranno attivati degli sportelli informativi condotti da nutrizionisti, che una volta alla settimana forniranno consulenze sul tema di alimentazione. Contemporaneamente, una fase ricreativa coinvolgerà i docenti che si occupano delle attività sportive e gli studenti, in un ciclo di lezioni tenute da sport trainer professionisti, per due ore alla settimana: questa fase sarà costituita da corsi di sport non abitualmente praticati all’interno delle scuole, come l’atletica e il basket, tenuti dai docenti stessi o da associazioni e centri sportivi locali. Le scuole verranno anche supportate nelle attività di preparazione ai “Giochi della Gioventù”, un importante momento ricreativo, più partecipativo che competitivo, che ben esemplifica il concetto di stile di vita attivo e sano.
In parallelo, studenti, insegnanti e genitori partecipanti saranno sottoposti ad un questionario, con l’obiettivo di indagare lo stile alimentare e le conoscenze in tema nutrizionale nonché valutare l’efficacia dell’intervento nei termini di un reale cambiamento nelle abitudini alimentari, avviando così una nuova ricerca sullo stato del fenomeno.
Le linee guida nutrizionali di ‘A scuola Informa’ sono indicate da un apposito Comitato Scientifico, che periodicamente si riunirà per valutare l’andamento del progetto ed è composto da: Emanuela Rampelli, dirigente del Dipartimento della Gioventù della Presidenza del Consiglio, Paula Benevene, psicologa, Giuseppe Fatati, Presidente della Fondazione ADI (Associazione di Dietetica e Nutrizione Clinica), Carla Favaro, specialista in Scienze dell’Alimentazione, Maria Rita Parsi, Psicoterapeuta, Psicopedagogista e Presidente della Fondazione Movimento Bambino, Andrea Poli, Direttore Scientifico di Nutrition Foundation of Italy,e Silvia Stocchi, psicologa.
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