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A scuola non si boccia più? In Sicilia non è così: aumenta la percentuale di bocciati alle superiori dopo il lockdown

Al centro dell’opinione pubblica tema “scuola” c’è da tempo l’ipotesi, avanzata da più parti, di eliminare la possibilità da parte dei docenti di non ammettere gli alunni agli anni successivi per evitare dispiaceri e tensioni che non farebbero altro che minare la loro autostima e peggiorare la loro situazione. Di recente abbiamo chiesto ai nostri lettori, attraverso un sondaggio, di dirci se secondo loro una scuola senza bocciature fosse possibile.

Guardando gli esiti del nostro sondaggio si evince che gli insegnanti e i genitori non sono per niente favorevoli ad una scuola che ammette tutti.

Molti lamentano ai docenti il fatto di essersi “ammorbiditi” e di bocciare sempre meno. Nelle scuole superiori siciliane, in ogni caso, la tendenza, almeno nell’ultimo anno scolastico, è stata inversa. Secondo i dati raccolti da La Repubblica relativi ai primi scrutini la percentuale di bocciati, per quanto riguarda il primo e il terzo anno delle superiori, si è addirittura alzata. Il dato più negativo è stato fatto registrare dagli istituti tecnici e professionali.

Nel 2022 i non promossi in Sicilia sono arrivati all’8,3%, un dato in aumento considerando il fatto che nel 2021 si trattava di meno di sette studenti su cento. C’è anche una particolare categoria di non promossi di cui tenere conto: sono moltissimi gli alunni che non sono stati scrutinati in quanto non ammissibili a causa delle troppe, tante, assenze. Si parla addirittura del 2%.

E i rimandati a settembre? Anche in questo caso si parla di una percentuale alta e in aumento: il 12,6%, uno su otto.

La pandemia ha influito sul numero di bocciature?

Un altro dato fa riflettere e fa pensare che la pandemia da Covid-19 abbia avuto un ruolo chiave nell’alto numero di bocciature. La Repubblica parla infatti di “Caporetto” per quanto riguarda gli iscritti al primo anno di scuole superiori: coloro che dovranno ripeterlo sono il 9,2%, quasi un decimo. Questi dati potrebbero essere letti alla luce degli avvenimenti dell’ultimo anno, tra restrizioni, contagi e limitazioni della socialità. Questo mix potrebbe essere stato nocivo soprattutto per le “matricole” delle superiori, già magari in difficoltà nell’ambientarsi in una realtà nuova.

Questo è proprio ciò che viene sottolineato dal dirigente Fabio Passiglia, a capo del liceo scientifico Basile: “I ragazzi in maggiore difficoltà sono quelli del terzo anno perché, usciti dalla scuola media, hanno vissuto due anni senza esperienze. E con qualche agevolazione si sono ritrovati al terzo anno del liceo, che prevede un certo salto cognitivo, senza la necessaria esperienza emotiva e scolastica. C’era da aspettarselo. Un neuropsichiatra che segue molto i ragazzi mi ha detto che la vera pandemia è adesso ed è mentale”.

La dirigente scolastica Sara Inguanta, alla guida dell’istituto professionale Ascione di Palermo, dà un’interpretazione diversa del fenomeno. “Il dato delle bocciature è peggiorato sicuramente rispetto agli ultimi due anni, anche perché ce lo chiedeva il ministero. Nei due anni passati gli alunni erano stati promossi anche su indicazione del ministero, considerata l’emergenza sanitaria”.

La scuola ha fatto “rammollire” gli studenti? Questa l’opinione di Pietro Li Causi, insegnante di Latino al liceo scientifico Cannizzaro: “Durante il lockdown alcuni studenti si sono resi conto che il ministero stava dando loro un lasciapassare e hanno mollato le redini. Ma poi i nodi sono venuti al pettine. Attenzione però: il ‘mollare le redini’ è comunque segno, in molti casi, di un disagio profondo cui forse la società non è riuscita a dare risposte e soluzioni”. 

Laura Bombaci

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