Quando il ruolo che si occupa è un ruolo di responsabilità, che pretende di essere super partes, allora bisogna stare molto attenti ai propri comportamenti.
Non si può approfittare del proprio ruolo, per chiedere al collega o peggio ancora al proprio sottoposto, l’iscrizione ad esempio ad un sindacato o ad una associazione professionale.
Si ricorda infatti che nel DPR n.62 del 2013, all’art.5 è scritto, con estrema chiarezza che il pubblico dipendente non deve costringere altri dipendenti ad aderire ad associazioni oppure ad organizzazioni, né può esercitare pressioni a tale fine, promettendo vantaggi o prospettando svantaggi di carriera.
Anche la sola richiesta di firmare una delega per aderire ad una data associazione può risultare inopportuna o addirittura molesta.
Bisogna dire che se un dirigente scolastico, chiedesse ad un docente della sua scuola di aderire ad un’associazione professionale, questo oltre ad essere contrario alle norma comportamentale dei dipendenti pubblici attualmente vigenti , sarebbe ad considerarsi, visto anche il ruolo gerarchico, un comportamento deprecabile e da condannare.
Eppure certe situazioni accadono di frequente all’interno delle scuole, dove si ignora totalmente l’esistenza dei codici deontologici.
Basta fare un giro per i siti istituzionali delle scuole pubbliche italiane, per accorgersi che in diverse centinaia di scuole, che hanno un sito ( esistono anche scuole che non hanno un sito istituzionale), non è pubblicato il Regolamento recante codice di comportamento dei dipendenti pubblici, a norma dell’articolo 54 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165. Si ricorda che l’ultimo regolamento su citato si riferisce al decreto del presidente della repubblica numero 62 del 16 aprile 2013.
Bisognerebbe sapere che questo regolamento, ai sensi dell’art.17 dello stesso, , per le scuole pubbliche, dovrebbe essere obbligatoriamente pubblicato sui propri siti istituzionali e il dirigente scolastico lo avrebbe dovuto trasmettere, tramite email, a tutto il personale scolastico ed ai titolari di contratti di consulenza o collaborazione, e all’atto del conferimento d’incarico di qualunque supplente si dovrebbe dare una copia del codice di comportamento.
Eppure in un momento di crisi dell’associazionismo e anche delle deleghe sindacali, il mal costume di fare tessere all’interno delle scuole e a volte con il coinvolgimento in prima persona del capo d’Istituto, esiste ed è sotto gli occhi di tutti.
Bisogna dire che esistono anche dirigenti scolastici trasparenti e sindacalisti corretti, che rispettano i regolamenti e onorano la deontologia del proprio ruolo e della propria persona. D’altronde i sindacati hanno delle strutture proprie dove possono fare consulenza e dare supporto ai docenti e al personale scolastico tutto, quello è il luogo preposto a sottoscrive una delega ed eventualmente a chiedere di sottoscriverla, non è certamente né un aula degli insegnanti di una scuola e né, cosa ancora peggiore, una dirigenza scolastica.
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