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A scuola più Bibbia e poesie a memoria, stop geostoria. Uds contesta la revisione dei programmi: Valditara vuole un’istruzione nazionalistica

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Il ministro Valditara aggiunge la Bibbia e toglie geostoria dai programmi: l’accusa è dell’Unione degli studenti, che “condanna totalmente” la revisione delle indicazioni nazionali del primo ciclo annunciata dal ministro dell’Istruzione.

“Questa riforma – dicono dal primo sindacato studentesco della scuola superiore – taglia spazio allo studio della geostoria, per aumentare quello destinato allo studio della storia dell’Italia, dall’antica Roma al Risorgimento, passando dal cristianesimo e quindi dalla Bibbia. Ma questa riforma lascia molto spazio alle critiche”.

Tra le critiche mosse dall’Uds è centrale l’opposizione all’introduzione dello studio della Bibbia a scuola.

Le proteste del coordinatore Martelli

L’introduzione dello studio della Bibbia nel programma è una chiara scelta politica in linea con le idee reazionarie e conservatrici del governo, che si prova a nascondere con la scusa dello studio delle ‘radici della cultura italiana’ che sappiamo invece essere molto più ampia” sostiene Tommaso Martelli, coordinatore nazionale dell’Unione degli Studenti.

Secondo Martelli, la riforma contiene una svolta palesemente nazionalistica: “Ridurre lo studio della geostoria, materia che permette di analizzare gli eventi storici legandoli al luogo dove essi si sono svolti, aprendo le menti degli studenti a una serie di ragionamenti più ampi, per sostituirla con lo studio della sola storia Italiana o occidentale in senso stretto, non è solo un tornare indietro negli anni nella creazione del programma, ma è anche una scelta che prende la direzione di una scuola estremamente nazionalistica e contraria ad un’apertura che soprattutto in questa fase storica sarebbe necessaria”.

Il coordinatore nazionale Uds definisce la revisione la nuova veste delle indicazioni nazionali del primo ciclo “competitiva, non accessibile, escludente e autoritaria, e rilancia al ministro la necessità di convocare il FAST, Forum delle Associazioni STudentesche. È da più di un anno che il ministro non incontra le organizzazioni studentesche ma continua incessantemente a proporre riforme in contrasto con la nostra idea di una scuola pubblica, laica e solidale” conclude Martelli.

Cosa cambia

Le nuove Indicazioni Nazionali per la scuola, ovvero i nuovi programmi ministeriali, messi a punto da una Commissione incaricata dal ministro per l’Istruzione, Giuseppe Valditara, saranno presumibilmente introdotte dall’anno scolastico 2026/2027.

Tra i nuovi contenuti figura il latino – opzionale – dalla seconda media, più studio della storia d’Italia. Invece, viene dato più valore alla geografia.

Come viene data maggiore centralità alla letteratura italiana, più valore alla fantasia e alla memoria, fin dalle scuole dell’infanzia, con l’apprendimento di filastrocche e poesie, e, dalle elementari, lo studio della musica.

E se alle primarie ci saranno i primi accenni di epica classica, mitologia greca e saghe nordiche, verrà anche contemplata la conoscenza della Bibbia, quella contestata dall’Uds.

Alessandro Giuliani

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