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A scuola si va per trovare lavoro, per gli italiani il ‘saper fare’ viene prima della teoria: indagine Swg promuove Valditara e docenti tutor

I sondaggi sulla scuola sembrano dare ragione all’Ocse, ma soprattutto alle battaglie intraprese dal ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, sostenitore convinto di una scuola più incentrata sulle competenze e il mondo del lavoro: da un’indagine nazionale di Swg, su un campione di 800 cittadini maggiorenni, risulta infatti che nella percezione degli italiani vi sia l’esigenza di mettere mano alla “formazione tecnico-professionale”, attraverso “un intervento di riforma, centrato su una maggiore connessione con il mondo del lavoro“.

L’indagine, dal titolo ‘Gli Italiani e la scuola. Percezioni ed aspettative all’inizio del nuovo anno scolastico‘, ha fatto emergere una richiesta prevalente di una scuola che punti a meno teoria e a maggiore concretezza, creando un legame sempre più forte con il mondo del lavoro, soprattutto per quello che riguarda la formazione tecnico- professionale: nello specifico, i risultati del sondaggio indicano che la priorità è oggi quella di adottare ‘una conoscenza pratico-operativa’ (42%), seguita da ‘una conoscenza scientifica (40%) e il ‘saper fare’ (38%).

Gli statistici e i ricercatori di Swg hanno quindi dedotto che oggi in Italia “dalla scuola ci si aspetta soprattutto la trasmissione di un sapere pratico-operativo e scientifico, con metodologie che, in particolare nelle scuole secondarie, dovrebbero preferire un approccio molto concreto, sperimentale, capace di mostrare esempi ed applicazioni di quanto si sta insegnando”.

Tra le altre richieste pervenute dallo studio, emerse sempre dal sondaggio, vi è la possibilità di una maggiore personalizzazione dei percorsi di studio, anche attraverso l’azione di docenti tutor (figura introdotta di recente grazie ai finanziamenti del Pnrr) che coordinando le attività dei colleghi, al fine di modellare i programmi sulle potenzialità degli allievi.

A piacere agli italiani che hanno partecipato all’indagine è anche la possibilità di vivere esperienze internazionali attraverso scambi e stage all’estero, oltre che una maggiore connessione con la cultura del lavoro, sia come approccio educativo (una scuola capace di trasmettere la cultura del lavoro), che come opportunità di fare stage e di entrare in contatto diretto con testimoni ed esperienze che provengono dal mondo del lavoro.

Alessandro Giuliani

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