Viviamo un contesto di piena rivoluzione digitale, che sta cambiando ogni aspetto della nostra vita quotidiana, il nostro lavoro, il modo di relazionarci agli altri, il modo di fare le cose. L’impatto dell’intelligenza artificiale sarà una rivoluzione ancora più pesante, per questi motivi è di fondamentale importanza integrare alle materie attuali oltre alle competenze tecnologiche di base e all’uso consapevole degli strumenti tecnologici anche il benessere digitale.
L’innovazione digitale sta cambiando, ormai da diversi anni, anche il modello scolastico, una trasformazione che ha avuto, come sappiamo, una forte accelerazione durante la lunga pandemia e che adesso si sta consolidando in qualcosa di stabile e duraturo.
La nuova scuola digitale deve essere in grado di integrare nell’insegnamento oltre alle materie tecnologiche, anche la capacità di comprendere e affrontare le sfide e le tante opportunità che il digitale porta con sé.
Per questi motivi, la scuola svolge un ruolo estremamente importante perché ha l’onere di trasmettere ai giovani studenti l’importanza dell’apprendimento emotivo uno degli elementi chiave per preparare i ragazzi a “convivere” nel miglior modo possibile in un mondo sempre più interconnesso.
Secondo l’ultimo rapporto di Save the Chidren (fonte Agenda digitale) oltre il 70% dei bambini nella fascia di età 11-13 anni utilizza internet tutti i giorni attraverso lo smartphone e l’età in cui cominciano ad utilizzarli si sta abbassando sempre di più.
Dati allarmanti se si pensa che oltre il 15% dei ragazzi fanno un uso negativo dei social con conseguenze molto importanti sul loro benessere fisico e psicologico.
Il fenomeno è certamente preoccupante ma non ha neanche senso chiudere gli occhi e vietare l’uso dei social o di internet ai ragazzi pensando in questo modo di risolvere il problema. Ormai Internet e gli strumenti digitali sono parte integrante della nostra società e della nostra epoca, vanno solo imparato ad usarli bene traendone i benefici.
Oggi siamo sottoposti a molteplici impulsi e tutti sia piccoli ed adulti, facciamo fatica a gestire “le proprie emozioni e di conseguenza il proprio benessere” a mantenere di fatto un corretto equilibrio psico-fisico.
Da qui il grande ruolo che può svolgere la scuola, ma per questo serve un “cambio di paradigma educativo”, dove gli studenti non devono più percepire la scuola e l’apprendimento come fonte di ansia che riduce la motivazione e l’efficacia, ma fornendo loro gli strumenti giusti “non solo aumentiamo la loro responsabilità personale e il loro senso di appartenenza, ma stimoliamo anche una preoccupazione intrinseca per la propria istruzione” (fonte Agenda Digitale).
Lo studente che sa riconoscere le proprie emozioni è capace ad affrontare meglio lo stress riducendo il rischio di depressione. Il “benessere digitale” è la condizione di chi sa sfruttare le crescenti opportunità messe a disposizione dai media digitali, sapendo al contempo controllare e governare gli effetti delle loro dinamiche indesiderate. Serve introdurre l’apprendimento emotivo nelle scuole in tutto il percorso scolastico dall’asilo nido all’università per intenderci, perché in un mondo sempre più diversificato e interconnesso, l’ambiente classe diventa un “crocevia essenziale” dove gli studenti si incontrano e confrontano per la prima volta con realtà diverse dalla propria: culture. creando un’opportunità imperdibile per apprendimento e crescita.
Per accompagnare i giovani di oggi nel costruire un rapporto sano con il digitale serve quindi il supporto del sistema scolastico ma anche della famiglia: genitori e insegnanti devono collaborare insieme per la crescita emotiva e digitale dei ragazzi. Questo appare l’unico percorso un grado di far raggiungere dei risultati significativi.
Da anni è attivo un centro di ricerca in collaborazione con L’università la Bicocca di Milano (Benessere Digitale) che si occupa proprio del rapporto tra media digitali e qualità della vita. Il Centro ha dato vita a progetti di ricerca interdisciplinari, in diverse aree di interesse: benessere digitale a scuola, smartphone e qualità della vita, Competenze digitali, ICT e apprendimento, genitorialità digitale.
Con centri di ricerca come questo che la scuola può collaborare per avviare questo importante percorso di salvaguardia del benessere dei ragazzi.
Importante è non credere che un uso consapevole del digitale significhi “usarlo di meno” perché sarebbe utopistico e deleterio pensarlo. Oggi il nostro benessere passa molto dal modo in cui usiamo il digitale, la nostra è una realtà definita onlife, cioè siamo sempre connessi, madobbiamo avere la consapevolezza che la tecnologia non è neutra. Come già sosteneva McLuhan negli anni 60 che i mezzi di comunicazione possono alterare il comportamento dell’utente, gli effetti della tecnologia non si verificano a livello di opinioni e concetti ma alterano costantemente e senza trovare resistenza, le reazioni sensoriali o le forme di percezioni. Lo smartphone oggi e prima ancora la radio e la tv possono modellare il nostro modo di pensare.
La grande sfida dei prossimi anni è quella aumentare la cultura del benessere digitale per aiutare le persone ad aumentare i benefici e abbassare gli impatti negativi nell’utilizzo delle nuove tecnologie.
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