Il dimensionamento scolastico non è ancora entrato nel vivo, ma già quest’anno un centinaio di istituti saranno accorpati. Significa che serviranno meno presidi e Dsga. Tuttavia, tra pensionamenti e posti vacanti, l’anno scolastico 2023/24 partirà con 250 istituti autonomi privi del loro preside. A chiedere di prendere possesso di quei posti sono ora gli idonei e vincitori dell’ultimo concorso per diventare dirigente scolastico, che per vari motivi non sono ancora passati su ruolo superiore.
I candidati presidi finora rimasti esclusi dal reclutamento hanno creato il comitato dei dirigenti scolastici ‘depennati’ e con l’occasione hanno anche scritto una lettera indirizza al ministro dell’Istruzione e del Merito: “A meno di due mesi dall’inizio del nuovo anno scolastico, fatti i dovuti conti, sappiamo che circa 250 istituti italiani rimarranno senza un preside”, scrivono gli aspiranti ds.
E chiedono “una soluzione di buon senso, di onestà intellettuale e di giustizia politico-sociale”, perchè sarebbe “a portata di mano e soprattutto a costo zero: basterebbe ricorrere ai vincitori dell’ultimo concorso a dirigente scolastico che non hanno potuto assumere servizio o che per motivi familiari e personali gravi si sono dovuti dimettere e quindi sono stati depennati dalla graduatoria stessa”.
Nella lettera, i candidati ds accusano anche Valditara di “non essere stato in grado di avviare e gestire le procedure concorsuali in tempo utile per evitare una così notevole scopertura che non potrà che aumentare nei prossimi anni, visto che la storia dei precedenti concorsi ci insegna che non sono mai procedure rapide ed immediate”.
E ancora: “Di giustizia politica dobbiamo necessariamente parlare, perché i depennati sono vittime, non di una norma che prevedeva il loro depennamento, ma di una classe politica che ha trovato una soluzione per rimettere in corsa verso la carriera dirigenziale tutti, ma proprio tutti, tranne i legittimi vincitori”.
Per questo, chiedono “al ministro, al governo, alla presidente Meloni che politica si vuole concretizzare con queste scelte e in che maniera con tali scelte sarebbe valorizzato il Merito? Si tratta infine di giustizia sociale perché ogni studente, e dietro di lui ogni famiglia, deve poter studiare nelle stesse condizioni di tutti gli altri e cioè in una scuola in cui un dirigente scolastico stabile assicura l’erogazione efficace ed efficiente del servizio di istruzione e formazione”.
“La politica faccia ora la sua parte e utilizzi ogni mezzo che la legge prevede: consenta a ogni scuola italiana di avere un suo preside e consenta di farlo a chi ha dimostrato, con onore e merito, di poter svolgere quel ruolo”, conclude il comitato dei dirigenti scolastici ‘depennati’.
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