Mentre in Parlamento ad ogni ministro si cambiano, anche più volte, le norme per assumere i precari, facendo ora slittare la loro assunzione al 2021, il numero delle cattedre vacanti aumenta: considerando anche i posti in organico di fatto, settembre si supereranno le 200 mila supplenze. Ancora di più se nelle prossime settimane dovesse, come probabile, essere assegnato un contingente aggiuntivo nazionale di cattedre, soprattutto nel primo ciclo, per garantire una maggiore didattica in presenza, magari con lezioni da 45 minuti.
Il problema sinora è stato poco considerato, ma presto diventerà imponente. Per fronteggiarlo, il Governo ha predisposto la trasformazione delle graduatorie d’Istituto in provinciali, ma potrebbe non bastare: il 2020 potrebbe essere così ricordato non solo come l’anno del Coranavirus, ma anche quello del record assoluto di supplenze assegnate ai precari, visto che un docente ogni quattro sarà supplente, arrivando ad essere individuato anche solo con la semplice ‘Messa a disposizione’.
Questo significa che nei primi giorni di scuola molti consigli di classe potrebbero essere ridotti numericamente. Con tutto quello che ne consegue, sia a livello di programmazione, sia di recupero (una modalità che quest’anno sarà molto praticata per via delle disposizione del ministero di ammettere praticamente tutti all’anno successivo), sia di offerta formativa, considerato che le discipline senza docente potrebbero anche non essere attivate nel primo periodo.
A ricordarlo sono i sindacati, che hanno posto il problema tra i motivi dello sciopero dell’8 giugno (sul quale però permangono dei dubbi sulla possibilità che la Commissione di garanzia possa dare il via libera).
Secondo la Flc-Cgil, “con oltre 200 mila cattedre vacanti e l’esigenza di attivare ulteriori supplenze per garantire il distanziamento degli alunni nelle classi”, con le assunzioni pure del concorso straordinario rinviate “al prossimo anno”.
“Ci troviamo davanti ad una situazione surreale per cui un confronto con le parti sociali partito dall’esigenza di semplificare il concorso straordinario per assumere i docenti entro settembre, approda invece ad un accordo che rinvia tutto e complica ulteriormente le procedure selettive”.
Il sindacato non ha digerito proprio la decisione di bocciare l’emendamento Pd-Leu che apriva al concorso per soli titoli: “il governo sta gravemente mettendo a rischio il prossimo anno scolastico: con migliaia di cattedre scoperte e di posti vacanti di direttori dei servizi amministrativi, le scuole non possono ripartire”.
“Ci domandiamo – prosegue l’organizzazione guidata da Francesco Sinopoli – perché per la sanità e altri settori della pubblica amministrazione la maggioranza inserisce nel Decreto Rilancio procedure per assumere per titoli e prove orali mentre nella scuola ci si muove in direzione opposta, rinviando, allungando e complicando inutilmente le procedure che avrebbero dovuto stabilizzare i precari storici”.
I lavoratori della conoscenza della Cgil ricordano che la stessa situazione di stallo riguarda gli Ata, a partire dagli “assistenti amministrativi facenti funzioni di Direttori dei servizi, chiamati ancora a coprire i posti vacanti senza prospettive di assunzione sul profilo di Dsga. Dopo un anno e mezzo di trattative e intese ritorniamo al punto di partenza con una procedura che di straordinario ha ormai solo la demagogia di chi la sostiene contro l’interesse della scuola, dei lavoratori e degli alunni”.
In conclusione, per il sindacato confederale “risorse insufficienti e provvedimenti inadeguati non permettono alla scuola di assolvere al suo mandato costituzionale e, soprattutto, non permetteranno di recuperare oltre quattro mesi di didattica in presenza, tempo scuola, apprendimenti e socialità”.
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