Sembra che stia sempre più facendosi spazio l’idea che, ad ogni cambio d’ora, siano gli alunni a lasciare la classe per raggiungerne un’altra dove trovano il professore ad attenderli. L’inverso insomma di quanto finora è accaduto a scuola.
E questa aula avrebbe pure il colore della specifica disciplina, con tutti gli attrezzi di cui essa ha bisogno per essere illustrata ai ragazzi e spiegata.
E allora il colore rosso, ad esempio, rappresenta le scienze e quindi tutte le aule di colore rosso hanno a che fare con materie affini alle scienze, spesso tutte sullo stesso piano dell’edificio, mentre la classe, con la didattica innovativa, si muove di ora in ora raggiungendo il dipartimento o il laboratorio in cui seguire la materia specifica.
Segnaletica sui corridoi, per evitare di smarrirsi, e app dedicate all’individuazione di laboratori o biblioteche dislocate all’interno dell’edificio scolastico, i ragazzi camminano in fila sul lato destro dei corridoi e spesso hanno un apri-fila e un chiudi-fila.
Le aule verrebbero attrezzate con librerie e scaffalature dedicate a strumenti per le singole materie o dotate di tecnologie informatiche e arredate in maniera versatile per consentire rapide trasformazioni: lavagne, banchi e sedie che si spostano all’interno della classe per adattarsi alla lezione che il docente decide di svolgere giorno per giorno.
Gli strumenti necessari a questo tipo di scuola sono innanzitutto il cablaggio wifi degli edifici scolastici, una idonea dotazione di impianti di videoproiezione, lavagne interattive e computer di ultima generazione da utilizzare per la didattica.
In un ambiente pensato in questo modo, i laboratori diventano parte integrante delle attività curricolari anche lì dove, nella didattica tradizionale, non vengono utilizzati.
Si tratta del progetto cosiddetto “Dada”, acronimo che sta per Didattiche per ambienti di apprendimento.
A gennaio scorso il Miur ha stanziato 22 milioni di euro per la creazione di ambienti di apprendimento capaci di integrare nella didattica l’utilizzo di tecnologie all’avanguardia.
Al bando, scrive Il Messaggero, hanno partecipato 5mila istituzioni scolastiche, evidentemente interessate all’innovazione. Sono state finanziate 1.115 proposte, di cui 663 per scuole elementari e medie e 452 per le superiori. Le Regioni con il maggior numero di progetti approvati sono state la Campania e la Lombardia, seguite da Piemonte, Lazio, Veneto e Puglia.
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