Oggi iniziano gli esami di maturità, che quest’anno prevedono solo un colloquio di un’ora.
Ma un’ora che sintetizza, in poche battute, il compimento ma anche la fine di un percorso, di una storia, di una esperienza di vita.
Pochi minuti che dicono la fine della adolescenza, per strade tutte nuove, ognuno per conto proprio.
Chi verso uno dei tanti percorsi universitari, chi verso uno dei tantissimi sbocchi lavorativi.
Giusto augurare tutto il bene possibile a questi ragazzi.
Perché devono sentire che noi ci siamo, che li stiamo accompagnando verso il regno della responsabilità personale e sociale, cioè l’età adulta.
Cioè la “maturità”, come si diceva un tempo.
Ognuno, per quel che riesce, artefice del proprio e nostro destino.
Non dimentichiamo mai che i nostri ragazzi sono migliori di come di solito vengono dipinti.
Solo che sentono fortissima l’esigenza di avere persone autorevoli con cui confrontarsi, dialogare, anche dissentire.
Ma persone autorevoli.
Perché il problema primo dei nostri giovani sono gli adulti, siamo noi.
Buona avventura, ragazzi.
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