È quello che viene chiamato “il Nobel dell’Ambiente”: un premio di 150.000 euro (da spendere per supportare le attività) assegnato a sei persone che si sono contraddistinte per il loro impegno ambientale.
La motivazione: ha avviato una campagna di sensibilizzazione pubblica sui pericoli degli inceneritori. E soprattutto per aver dato impulso in Italia al movimento “Rifiuti Zero”, che mira ad avviare ovunque una gestione sostenibile dei rifiuti domestici eliminando il ricorso alle discariche e agli inceneritori. Proprio lo scorso 27 marzo è stata depositata in Corte di Cassazione la Legge d’iniziativa popolare sui Rifiuti zero, che mira a una riforma organica del sistema di raccolta e smaltimento dei rifiuti basato sulla raccolta differenziata “porta a porta”.