Inaugurata il 25 febbraio scorso nell’ampia sala espositiva del Liceo artistico Statale A. Frattini di Varese e dedicata alla poliedrica figura di Gabriele Mucchi – scomparso nel 2002 dopo una lunga vita consegnata all’arte e all’impegno sociale – la mostra “Fine di una poesia. In morte di Pier Paolo Pasolini” rimarrà aperta al pubblico esterno, oltre che a studenti e docenti della scuola, fino al 22 marzo. Quella attuale è solo la prima di una lunga serie di mostre organizzate da un apposito comitato interno di esperti per finalità pedagogico-didattiche, ma anche nella prospettiva ampiamente condivisa di indicare il prestigioso liceo varesino come punto di riferimento costante per il territorio, “nuovo faro di cultura artistica” per una città altrimenti non molto ricca di occasioni espositive di rilievo, come ha sottolineato il dirigente scolastico Paolo Baretti.
Gabriele Mucchi – pittore, architetto e designer torinese attivo fin dagli anni ’20 nello studio milanese di G. Zanini – sceglie di dedicarsi principalmente alla pittura dal dopoguerra in poi e conferisce al suo stile un’inequivocabile impronta realista di denuncia sociale, come risulta evidente da opere degli anni ’50 quali “I senzatetto” o “Nella cantina di Milano”.
Ma c’è di più. La mostra, curata da Ettore Ceriani e presentata al pubblico per la prima volta nel ’98 ad Olgiate Olona, raccoglie una cinquantina di quadri – tra bozzetti, litografie, acquerelli e oli su tela – che illustrano con crudo realismo la misteriosa morte violenta di Pier Paolo Pasolini secondo quanto riportato dalla stampa in quella tragica domenica del 2 novembre 1975.
Le opere esposte – da “Angelo giustiziere” (1975) a “Le bestie” (1976), da “Lotta fra due uomini” (1976) a “Vittime e carnefici” (1976) – possono considerarsi “appunti visivi” su un episodio di estrema violenza che ha scosso l’opinione pubblica, ma vanno anche al di là del puro fatto di cronaca. Oltre a rappresentare per studenti e addetti ai lavori un’occasione imperdibile per seguire il complesso iter che porta l’idea a materializzarsi sulla tela, la mostra diventa, nell’intenzione del curatore Ceriani, “una riflessione profonda sulla vicenda umana e sulla bestialità che l’accompagna sin dagli albori”.
Per informazioni:
www3.varesenews.it e www.artisticovarese.it (cliccabile da “Ulteriori approfondimenti”).
Liceo artistico “Angelo Frattini”, Via Valverde, 2; Spazio Arte.
Per visite guidate: tel. 0332-820670.
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