Se le diatribe sulla scomparsa dai moduli di iscrizione alle scuole comunali di Venezia delle parole ‘mamma’ e ‘papà’ erano state tutto sommato contenute, stavolta le polemiche sono assicurate. A scatenarle è stata la decisione del Comune del capoluogo veneto di dare il suo assenso alla distribuzione alle scuole dell’infanzia di alcune fiabe con riferimenti gay.
L’iniziativa ha scatenato le ira del parlamentare Udc Antonio De Poli, che ha immediatamente ‘diffidato’ il Comune di Venezia: il senatore centrista ha chiesto al sindaco di Venezia, Giorgio Orsoni “di sospendere l’iniziativa promossa dalla consigliera delegata ai Diritti civili, Camilla Seibezzi (…) in via preventiva e senza nessun pregiudizio ideologico o volontà di dar vita a polemiche inutili”.
Per poi aggiungere che “nessuno vuole alimentare le discriminazioni nei confronti dei gay – spiega il parlamentare dell’Udc -. Apprendo con piacere, fra l’altro, che in una di queste fiabe si raccontano le storie di una bimba epilettica e di un bimbo down. Ritengo semplicemente una scelta azzardata e infelice affrontare i temi eticamente sensibili, soprattutto se ci si rivolge ai bambini e se si pretende di definire ‘famiglie’ le coppie gay che famiglia non sono”.
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