I lettori ci scrivono

A volte ritornano…

Di Bertagna si erano perse le tracce, era Moratti e maestro unico sembravano di  epoche remote, ora invece , col coronavirus, ce lo ritroviamo “costituzionalista”.
Ma che dici? Ti confondi? Sempre in “ista” finisce…ma è un pedagogista.

E no! Qui vi sbagliate alla grande.
Perché oggi Bertagna si occupa, male, di Costituzione.
Quella che non si studia più nelle scuole in seguito alle “riforme” Moratti-Gelmini di cui è stato “padre nobile”
E che c’azzecca la Costituzione con Bertagna ed anche col coronavirus?
C’azzecca, c’azzecca, fidatevi.
Perché non pare vero a Bertagna di sparare a zero contro la scuola pubblica statale ed oggi persino contro il personale amministrativo.

Lo scrive oggi, nella seconda posizione della homepage del Sussidiario.net, il papà del maestro unico, il nuovo che sarebbe avanzato, il vecchio che ritorna.

“Le vacanze estive per i ministeriali e i docenti sono sacre. Come i robot del film Automata (2014, di Gabe Ibáñez), la loro preoccupazione principale pare l’autorigenerazione. Non solo per l’anno scolastico prossimo, ma per sempre. Il sogno di ogni burocrazia da tempi di Weber. “
E caso mai non si fosse capito qual è il bersaglio (la scuola pubblica statale che assume sfaticati e nullafacenti e dove si annidano i burocrati di weberiana memoria) c’è anche questo passaggio:
“E che artifici come la frequenza delle scuole a giorni ed orari alterni o la ripresa lillipuziana delle tradizionali attività scolastiche in presenza come se quanto accaduto in questi mesi sia stato un brutto sogno, una parentesi involontaria, sono soltanto inerzia di quel fordismo novecentesco che andava superato nella scuola e nel lavoro almeno 20 anni fa, ma che gli ormai maggioritari epigoni del “formidabile” Sessantotto hanno difeso e mantenuto in vita fino ad ora”.

La frase chiave è quel sublime “Le vacanze estive per i ministeriali e i docenti sono sacre”

Ebbene sì, sono sacre ma non per reazione al tono ironico (?), irridente  (?) di  Bertagna.
Sono sacre per una serie di buoni motivi elencati, nel suo editoriale di due giorni fa, dal direttore Giuliani .
Ma questo attiene ancora ai giudizi di valore e Bertagna è evidentemente libero di dare giudizi diversi.
Peccato, però, per Bertagna che a dargli torto non siano i giudizi di valore e la realtà operosa ed operativa delle scuole pubbliche statali.
No, a dargli torto c’è un documento un po’ più ingombrante di nome Costituzione.
Che le ferie non solo le prevede ma le definisce persino  diritto irrinunciabile.
Ma quello è il 48 e non il 68 tanto aborrito da Bertagna.
Insomma se Bertagna, spinto da spirito patriottico, ci volesse rinunciare alle ferie per la sua personale scholè estiva, semplicemente non potrebbe.
Difficile da accettare e da capire l’art. 36 della Costituzione?
Lo sa anche il mio studente di seconda perché il Costituente le ha definite “diritto irrinunciabile” le ferie.
Perché prevale l’art. 32 , l’articolo del diritto alla salute.
Quello che, persino ai tempi del coronavirus, deve prevalere, sempre.
Avete visto che tutto c’azzecca?

Franco Labella

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