Quasi il 90% delle cattedre di sostegno sono scoperte in vista della riapertura scuole. Non si tratta di una novità assoluta, ma rispetto agli altri anni il fenomeno sembra essere cresciuto. Proprio nell’anno del covid, dove sarebbe stato necessario un intervento per limitare i danni.
Infatti, in seguito alle procedure di immissione in ruolo, risulta che gran parte dei 22mila posti di sostegno rimasti “vacanti” dopo le operazioni di mobilità rimarranno tali. Perchè? Semplice: nelle graduatorie di merito e in quelle ad esaurimento non c’erano specializzati da assumere. Neanche con la call veloce.
La Ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina è ben consapevole della situazione: quello della mancanza di docenti di sostegno agli alunni disabili è uno dei limiti storici della scuola italiana. Secondo la ministra dell’Istruzione, però, “il problema non è assumere ma specializzare i docenti sul sostegno”. E’ la risposta che Azzolina ha dato ai senatori della Commissione Istruzione e Cultura del Senato pochi giorni fa: “docenti specializzati nel sostegno ne abbiamo pochissimi, bisogna aumentare il numero di posti da dare alla specializzazione, con l’aiuto del ministro Manfredi che ha grande sensibilità al tema, stiamo lavorando a questo”.
La Flc Cgil scarica le colpe dell’emergenza sostegno al Governo, tirando in ballo la decisione di scartare “una procedura concorsuale ‘snella’, per titoli ed esame orale, su base regionale, finalizzata all’accesso in ruolo dei docenti in possesso del relativo titolo di specializzazione, ma non collocati, per i posti di sostegno, in graduatorie preordinate alle immissioni in ruolo”.
Il riferimento è all’emendamento presentato sia nel decreto scuola che nel decreto rilancio di un’assunzione per titoli sul sostegno. Decreto che è stato bocciato in entrambe le occasioni a causa di mancanza di copertura finanziaria.
A proposito di numeri, nell’anno in corso, ricordiamo, l’organico di diritto è stato ampliato di mille unità. Arrivando quindi a superare i 100 mila docenti in organico di diritto.
Rimangono, tuttavia, almeno 50-60 mila posti in deroga, quindi affidati necessariamente a supplenti con scadenza del contratto al 30 giugno 2021, la maggior parte dei quali verranno anche quest’anno affidati a personale precario non specializzato.
A questo bisogna aggiungere che con il V ciclo del Tfa sostegno, verranno specializzati poco più di 20 mila docenti abilitati. Numero ancora insufficiente per soddisfare il bisogno.
Una soluzione più volte paventata, specie dal MiSoS, è quella della trasformazione dell’organico di fatto con quello di diritto: “occorre che il governo agisca con la trasformazione degli organici di fatto con quelli di diritto, superando la Legge Carrozza 128/13 che impedisce di collocare tutti gli attuali posti in deroga nell’organico di diritto.”, ha detto il presidente MiSoS La Tecnica della Scuola pochi giorni fa.
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