Un bambino che frequenta la quarta elementare in un comune del cremonese, per sfuggire alle prepotenze del bullo di turno, si è chiuso in casa terrorizzato, pronto a rischiare la bocciatura pur di non mettere più piede in classe e non avere a che fare con il compagno che lo bullizza. Succeda già da tre settimane e a denunciare il fatto è il padre.
Che continua, parlando col quotidiano Il GIorno: “Il problema si trascina da tempo. Già lo scorso anno questo ragazzo se la prendeva con mio figlio: lui per parecchio tempo non ha detto nulla. Poi un giorno mia moglie, parlando con alcune mamme alle quali i figli avevano raccontato che cosa stava succedendo, è venuta a sapere tutta la verità” e allora, continua il padre, “Ho cercato di convincere mio figlio che tutto si poteva aggiustare. Poi sono andato dalle maestre per chiedere spiegazioni e mi sono sentito dire che loro non ne sapevano nulla e che sarebbe stato compito di mio figlio avvertirle”.
Dichiarazione che appare strana, visto che tutti sapevano dei maltrattamenti del ragazzo, comprese le altre mamme che lo hanno riferito.
Fino a quando il ragazzo arriva a casa col dente rotto, la maglietta pasticciata e in condizioni pietose. Scrivo allora i genitori al preside, denunciando i fatti e avvertendo ancora una volta le maestre chge continuando così le cose il figlio non sarebbe più andato a scuola. Ma, stando al racconto dell’uomo, “nulla è cambiato, tutto è continuato come prima”.
Singolare è il fatto che, come racconta il Giorno, i genitori del bullo, a cui si sono rivolti i genitori del ragazzo, si siano risentiti, essendo stranieri, incolpandoli di razzismo, mentre il preside avrebbe mediato, parlando con il ragazzo e precisando: “Ho parlato personalmente col bambino in questione. Penso che la parola bullismo sia inappropriata.Si tratta diproblemi di relazione tra ragazzi. Adesso quel che ci interessa è far tornare a scuola il ragazzino perché il problema non si risolve stando a casa. L’altro giorno l’abbiamo visto mentre veniva a prendere la sorellina a scuola e l’abbiamo fermato e rassicurato. Gli abbiamo detto che tornando troverà un ambiente sereno e che può stare tranquillo”.
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