Abbandoni e livelli di istruzione, si allarga la forbice Nord-Sud

Continua ad allargarsi la forbice, tra l’Italia del Centro-Nord e quella del Sud, sui dati riguardanti l’abbandono scolastico, la disoccupazione giovanile e le competenze scolastiche acquisite. A fronte di zone, soprattutto del Settentrione, dove le percentuali di ragazzi senza occupazione non arrivano a toccare le due cifre o si attestano comunque tra il 10 e il 20%, sono sempre più preoccupanti i dati provenienti dalle regioni del Sud. Le ultime che confermano questa tendenza sono arrivate il 25 marzo da un’indagine Ocse-Pisa, avviata da un progetto su ‘Abbandono scolastico e bullismo: quali rischi tra i giovani?’, promosso dal ministero dell’Interno nell’ambito del Pon Sicurezza per lo Sviluppo-Obiettivo Convergenza 2007-2013 e realizzato da un raggruppamento di imprese con capofila il Censis: ebbene, da un focus riguardante la sola Campania risulta che il 35,2% dei giovani, d’età compresa tra i 18 e i 24 anni, non studia e non lavora. Quello sui cosiddetti “neet” è un dato molto più alto rispetto alla media nazionale (pari al 22,7%) e superiore anche alla media del Sud (31,9%).
Il progetto, che ha avuto una durata di due anni, ha coinvolto oltre 5mila studenti di 9 istituti scolastici collocati nelle quattro regioni più critiche del Mezzogiorno (Calabria, Campania, Puglia e Sicilia), con attività di ascolto e sostegno, recupero e aiuto allo studio, rivolte a studenti, famiglie, docenti, attraverso l’impiego di una equipe territoriale con competenze socio-psico-pedagogiche.
Anche sul fronte degli abbandoni scolastici al primo anno delle scuole superiori, la Campania si colloca tra le regioni peggiori. Se in Italia la media degli abbandoni da parte dei 14enni è dell’11,9% e in Calabria la media crolla addirittura al 6,6%, in Campania la percentuale sale al 13,8%. Peggio ancora c’è solo il dato della Sicilia, dove lascino la scuola al primo superiore il 14,6% dei giovani.
I percorsi scolastici dei ragazzi sono spesso accidentali, fatti di conflitti tra insegnanti e studenti, bocciature ripetute, entrate e uscite dai cicli formativi, che spesso cominciano sin dai primi anni di scuola, ma si manifestano in maniera più evidente durante le superiori.
Se si guarda all´intero quinquennio, in Italia si ha una media del 26% di studenti che non arrivano alla maturità, con punte massime del 30,7% negli istituti tecnici. Il valore riferito al Mezzogiorno nell´insieme è nella media, con il 27% di abbandoni alle scuole superiori, ma si registrano situazioni più critiche in Campania (29,9%) e Sicilia (30,7%), dove si va delineando uno stato di vera e propria emergenza educativa.
Inoltre, sempre dall´indagine Ocse-Pisa emerge anche un ritardo nelle competenze di base possedute dai 15enni italiani che si fa più grave per i ragazzi meridionali. In Italia il 21% dei 15enni ha competenze solo minime nella lettura (ma al Sud il dato sale al 25,2% e nelle isole è pari al 30,2%), il 25% in matematica (il 31% al Sud e il 35,9% nelle isole) e il 20,6% in scienze (il 26,6% al Sud e il 31,5% nelle isole). Particolarmente critica la situazione in Calabria, dove i livelli di competenze sono anche inferiori rispetto a quelli dei coetanei meridionali.
Insomma, l’unica novità sembra proprio quella di un incremento del divario di competenze. Con i giovani del Nord che lentamente si avvicinano all’Ue. E quelli del Sud che vi si allontanano sempre più.
 
Alessandro Giuliani

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