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Abbandoni in età scolare: numeri in calo, ma non troppo

Sembra ridursi lentamente il numero di casi di interruzioni di frequenza obbligatorie delle lezioni da parte di alunni e studenti senza che vi siano motivi validi e formalizzati: gli ultimi casi significativi giungono tutti dalla Puglia, dove le cronache ci raccontano che in appena tre giorni i carabinieri hanno denunciato oltre 70 genitori perché senza alcuna giustificazione privavano i figli della scuola.
Cinquanta genitori sono stati denunciati il 5 marzo nei comuni di Altamura e Gravina di Puglia: i militari dell’arma delle Stazioni locali, hanno riscontrato un’elevata evasione scolastica, soprattutto tra i bambini dall’età fra gli undici e quattordici anni iscritti alle scuole medie. Altre 22 famiglie di San Pietro Vernotico, nel brindisino, dovranno rispondere al giudice dell’accusa di inosservanza dell’obbligo di istruzione scolastica a seguito di un controllo denunciato il 7 marzo. Gli stessi militari hanno voluto comunque sottolineare che, a livello quantitativo, rispetto a quelli degli altri anni i casi riscontrati quest’anno sembrerebbero lievemente minori.
Per godere pienamente dei benefici del recente allungamento a 16 anni dell’obbligo scolastico e dall’inasprimento delle pene per i genitori inadempienti bisognerà evidentemente attendere ancora un po’ di tempo. Il problema è infatti, soprattutto in realtà difficili, non solo quello di conoscere la legge, ma soprattutto di mutare un sistema culturale che pone la scuola in secondo piano rispetto ad altre priorità.
Ma quanti sono i ragazzi in età scolare che oggi ancora abbandonano i banchi? Premesso che in ambito di scuola primaria non si hanno statistiche (considerando il numero bassissimo di casi), in base agli ultimi dati disponibili del ministero della Pubblica istruzione – riguardanti l’anno scolastico 2004/2005 – nelle scuole medie il dato sugli abbandoni complessivi, nei tre anni di corso, coinvolgerebbe non più di 8.500 studenti: il tasso di abbandono è infatti pari allo 0,5% e se si considera che gli alunni iscritti sono appena più di 1 milione e 700 mila il calcolo è presto fatto.
La prevalenza dei ritiri da scuola appartiene al primo anno: sono infatti circa 3.000 gli iscritti alla secondaria di primo grado che abbandonano alla tenera età di 11-12 anni. Una buona fetta (quasi 3.500 sugli 8.500 totali corrispondente allo 0,2% degli iscritti) si allontana comunque dalla scuola senza dare alcun tipo di giustificazione.
Non è una novità che le percentuali di abbandono scolastico su 100 studenti che frequentano la scuola medie salgano quando si guarda al sud: al nord ovest 0,5%, al nord est appena lo 0,2%, al centro lo 0,4%, al sud invece lo 0,7% con le isole che raggiungono la quota record dello 0,9%.
Numeri che crescono decisamente se si guarda alle superiori, dove il tasso di abbandono medio è del 3,7% (che corrisponde ad oltre 90.000 studenti l’anno). Anche in questo caso con evidenti difformità regionali: sempre esaminando 100 alunni nel nord ovest lasciano il 3,3%, nel nord est il 3%, al centro il 3,2%, al sud il 3,9% e nelle isole addirittura il 5,3%. Gli iscritti più esposti al pericolo di esodo anticipato dal percorso scolastico sono principalmente quelli del primo anno. Sempre il sud e le isole si contraddistinguono per la maggiore incidenza di abbandono non formalizzato (oltre il 4%).
A livello regionale il rischio di maggiore abbandono risulta in Campania; poi, a seguire, la Puglia, la Calabria, la Sicilia e la Sardegna, mentre nelle regioni del centro il disagio è più contenuto. Nel nord Italia, invece, il rischio di allontanarsi dalla scuola è basso ad eccezione della Liguria e del Friuli. La maggior parte delle interruzioni si concentrano negli istituti professionali (7,2% degli iscritti) e anche in questo caso le regioni del Mezzogiorno si mostrano le più problematiche (8% di interruzioni al sud e 9,9% nelle isole). Non mancano però le eccezioni, che confermano come il fenomeno sia più complesso di quanto sembri: a Milano e nell’hinterland del capoluogo lombardo lo scorso anno scolastico uno studente su quattro ha lasciato i banchi durante o dopo il primo anno di superiori, con una crescita dell’1% rispetto all’anno precedente e di ben 4 punti percentuali se si guarda al 2004/05.  
Alessandro Giuliani

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