Università e Afam

Abbandoni universitari: il tasso medio è più alto

Sulla base di una ricerca dell’Università Popolare “Stefano Benemeglio” delle Discipline Analogiche, che ha preso in esame sia i corsi universitari che quelli parauniversitari, a livello nazionale il tasso di abbandono medio annuo è risultato essere del 24%.

Gli abbandoni su base regionale

Scomponendo i dati però, si viene a sapere che gli abbandoni sono esigui a Bari (12%), a Verona (13%) e a Milano(15%), che si collocano sul podio delle città universitarie con più studenti regolari. Seguono poi Torino e Catania che si posizionano pari merito con un tasso di abbandono del 16%.

I risultati della ricerca non sono del tutto confortanti: in alcune città il tasso di abbandono è quasi il doppio rispetto alla media nazionale. Accade a Bergamo che guida la classifica delle città con un maggior numero di studenti irregolari (45%), seguita da Camerino (38%) e da Viterbo che si colloca al terzo posto con il 34%.

Poi ancora seguono Pisa (30%), Palermo (27%) e Roma (25%). Mentre Firenze, Bologna e Napoli rientrano nell’ambito della media nazionale del 24%.

Il parere degli esperti

Secondo gli esperti della stessa università popolare,  «L’elevatissimo tasso di abbandono degli studi evidenzia carenze motivazionali le cui cause possono essere diverse: desiderio di lavorare, disinteresse per le materie insegnate, difficoltà negli studi, insicurezza o perfino disagi emotivi».

L’approccio metodologico adottato dall’Università Popolare delle Discipline Analogiche per questa ricerca ha considerato come «studenti irregolari» coloro i quali non hanno superato alcun esame oppure non si sono iscritti all’anno successivo.

L’università popolare delle discipline analogiche

Nella sede principale di Roma dell’Università Popolare delle Discipline Analogiche il tasso di abbandono riferito all’ultimo anno accademico è stato tuttavia pari a zero. Tutti gli studenti completano gli studi secondo 4 possibili indirizzi: Ipnosi dinamica benemegliana, Comunicazione analogica non verbale, Filosofia analogicao Fisioanalogia.

«Certo c’è anche un 18% dei nostri studenti che non prende poi il titolo, ma questo si spiega perché molti di loro sono già professionisti, medici o psicologi, e completano gli studi solo per avvantaggiarsene nelle loro professioni. Oppure c’è chi si iscrive solo per interesse personale»

L’82% degli iscritti, invece, il titolo lo prende in quanto indispensabile per potere esercitare questa nuova professione, quella dell’analogista, cioè un professionista del benessere emotivo che, avvalendosi di un’approfondita conoscenza delle discipline analogiche, trasferisce strumenti e tecniche in grado di promuovere un rivoluzionario quanto salutare stile di vita, orientato a un benessere profondo e duraturo, mediante l’attivazione di un sistema emozionale che porta ad una gestione equilibrata del rapporto tra pensiero razionale ed emotività. E infatti a tele scopo, la prima giornata del «Corso di comunicazione analogica non verbale» si terrà domenica 21 ottobre dalle 10.30 alle 18.30 nella sede di Via Urbino 43 a Roma. Si tratta di una giornata formativa a cui si può aderire prenotando anche solo la singola lezione che sarà incentrata sui 4 canali della comunicazione non verbale (prossemica, cinesica, paralinguistica e digitale), i segnali di gradimento e di rifiuto, gli scarichi tensionali e la comunicazione simbolica

Info e prenotazioni: www.upda.it

Pasquale Almirante

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